1948-1949: C.U.S. Catania 1º in Serie C

		Il Cus Catania 1948-'49, il 6 febbraio contro il CRAL. In piedi Ventura, Giuseppe Mangano, Gigi Mineo, il rettore Guido Libertini, Saverio Lajacona, Gigi Marletta. Accosciato Carmelo Mangano.
A destra: Mario Ventura, Gigi Marletta e tre protagonisti insieme.

Fragalà.
Saverio Lajacona, centro.
Lanza.
Lo Presti.
Lucci.
Carmelo Mangano II.
Giuseppe Mangano I.
Gigi Marletta, 1922.
Luigi Mineo ©.
Puccio Mirabella.
Tutino.
Mario Ventura, 1921.

L'ambiente etneo tenta di dare una parvenza di serietà impegnandosi su più fronti. Il Centro Universitario è iscritto alla Serie C, con le vecchie glorie in campo, si allestisce il campo nell'ex caserma Lucchesi Palli in piazza Carlo Alberto e si programma per Sant'Agata un torneo a carattere regionale.

Alla presenza del rettore Libertini, l'esordio in casa del CUS coincide con l'inaugurazione del nuovo campo, di fronte a un buon pubblico e con l'ottima prestazione di tutta la squadra. La prima larga vittoria sugli avversari più temibili dà lo slancio: a Modica lo scarto è ridotto solo a causa del gioco duro dei locali, a Messina la resistenza dei ferrovieri dura solo metà gara. È quindi una formalità il 40-23 finale al Modica, in cui hanno largo spazio le seconde linee. «Saranno sempre i tenaci protagonisti delle lotte a teatro quasi deserto - scrive Placido Aricò -, paurosamente vuoto e freddo; hanno sempre colto la vittoria per loro soltanto e non si sono mai fermati di fronte all'avvilente silenzio del campo deserto».

Il gironcino siciliano è vinto quindi con estrema facilità e dà accesso alla fase interregionale. In semifinale, Catania incontra Bari, Catanzaro e Marigliano sul campo neutro di Salerno. Sconfitte Catanzaro e Bari (due volte, perché durante la prima partita l'arbitro commette un errore tecnico che porta alla ripetizione), i cusini si arrendono però ai napoletani, che passano il turno. Un ricorso respinto agli etnei dà avvio a un'infinita polemica: «Risalterebbe netto ed evidente - tuona Enrico Vinci - l'ingiusto e inqualificabile comportamento della C.T.F. e, nei confronti del Cus Catania, che si vedeva stroncare il volo verso un migliore avvenire, da una serie di errate e più che mai partigiane deliberazioni della detta Commissione»; «I sacrifici di un intero anno sono stati frustrati nel finale - rincara la dose Placido Aricò -: la Commissione Tecnica Federale non volle che squadre del Sud turbassero l'andamento dei campionati che malamente si definiscono nazionali, provvedendo ad eliminare il CUS Catania dalla fase finale della Serie C». Niente da fare, il ritorno in B è rimandato.