Vincono Magrì, Florio e Genovesi tra gli juniores… Pochissime ragazze, successo a Pappalardo, Miceli e Parisi… Lo Faro, Elia, Aleo e Balestrazzi conquistano la finale maschile…
Ahi, la crisi. Il Trofeo del Meridione, competizione giunta alla dodicesima edizione, va in scena in versione ridotta, in un unico pomeriggio e solo con la tappa catanese. Con la partecipazione femminile scesa al minimo indispensabile (3 squadre) e senza big tra i senior maschili (16 terzetti), la notizia positiva della giornata è l’iscrizione di tanti ragazzi juniores nati tra il 1995 e il ’98 (18 formazioni).
E sono loro ad attirare più attenzioni dal buon pubblico accorso a piazza Nettuno. Giocano sfide sentitissime, che si concludono punto a punto e mettono in scena sana rivalità e alcune belle giocate. Si arriva in finale con un classico derby Cus-Gravina, al termine del quale hanno la meglio per 17-6 i Tris dei gravinesi Ruggero Magrì, Alessandro Florio e Alberto Genovesi su i Zurli Guglielmo Persano, Daniel Arena, Diego Fichera, Diego Leonardi.
Discorso differente per le ragazze. Le tre squadre si affrontano in un torneo di andata e ritorno e la spuntano tre lazurine, le “Turi” Carolina Pappalardo, Silvia Miceli e Valentina Parisi. Tra le altre partecipanti, si fanno notare le elefantine Bellomia e Bruno, ma spiccano soprattutto le tante assenze rispetto a un torneo che aveva una forte impronta femminile negli anni passati.
La competizione maschile ha visto come protagonisti molti dei partecipanti al recente Trofeo della Solidarietà. Le partite sono combattute e anche fin troppo: in semifinale la “contestazione” è forte tra i Contestatori e i Mosaici (Carmelo Gallani, Giuseppe Chiaramonte e Salvatore Alberti) e sono quest’ultimi ad accedere alla finalissima, giocata contro i Gesuiti Manfredi Elia, Federico Lo Faro, Vittorio Balestrazzi ed Emanuel Aleo. Elia e Lo Faro bissano così il successo di due anni fa.
Si conclude con il buio che invade piazza Nettuno. E la consapevolezza che si può fare decisamente meglio, anche se l’attenzione della base, dei giocatori che giocano per divertirsi al campetto e sono sempre pronti a prendere il pallone a spicchi in mano per un tre contro tre, è ancora forte e viva. E c’è una generazione di Under-17 pronta ad affiancarli.
Roberto Quartarone