Classe millenovecentosessantadue, centonovantasette cm di altezza e cuore cento per cento etneo.
Di chi stiamo parlando? Ma di Angelo Destasio, ovviamente. Il più importante e migliore cestista catanese della storia della pallacanestro italiana.
Nato nel quartiere dei cappuccini a Catania per lui come per tanti altri la palla arancione a strisce nere sarà un modo per allontanarsi da una vita difficile in un tempo e un luogo dove la Mafia spadroneggiava indisturbata per le vie della città.
“Abitavo in Via Plebiscito vicino alla chiesa dei Cappuccini, in un rione difficile dove allora vi era una guerra di mafia e la sera sembrava ci fosse il coprifuoco. Fare il passo della malavita sarebbe stato un attimo per me” affermava l’ex cestista gaddino proprio nelle nostre pagine.
I primi passi nel mondo della pallacanestro Angelo li mosse nella PGS Sales di Camillo Sgroi, altre grande esponente del movimento sportivo catanese.
Sgroi, classe millenovecentocinquantuno e ruolo playmaker, dotato di un discreto talento che non riuscirà del tutto a mettere a frutto, è ricordato soprattutto per essere l’ispiratore di una delle migliori generazioni cestistiche cresciute alle pendici dell’Etna.
In quel PGS Sales allenati dallo Sgroi giocarono anche giocatori del calibro di Riccardo Cantone – fratello di Nino Cantone capitano di un Catania Calcio non irresistibile nella prima metà degli anni 70 – Saro Mugaveri e Giuseppe Nicolosi, tutti in grado chi più e chi meno di scrivere la storia della pallacanestro etnea.
Tra questi nomi però a spiccare era il giovane Angelo Destasio, di qualche anno più piccolo, rispetto agli altri già mostrava qualcosa in più. Di lui, mister Sgroi avrà da dire, confrontandolo che gli altri ragazzi da lui e riferendosi alle sue qualità “[Destasio] aveva tutto”.
Dopo un’esperienza quinquennale giovanile alla Sales nel 1977 fu il momento di passare alla Gad Etna Catania della quale la Polisportiva Giovanile Salesiana era una formazione giovanile affiliata.
Il 27 novembre dello stesso anno esordirà ufficialmente con i gaddini nella Serie C Jägermeister segnando anche il primo punto della sua carriera fuori dalle competizioni giovanili.
Non mancherà in breve tempo di farsi notare anche dalla stampa specializzata locale che riconoscerà immediatamente la grande dotazione di talento del giovane, nonostante un fisico ancora un po’ acerbo.
Il punto più alto del triennio con gli Etnei della GAD per Destasio sarà il premio come miglior giocatore delle finali di Capo d’Orlando.
Le sue prestazioni coronate da questo premio gli valsero l’attenzione dell’allora allenatore della nazionale juniores Vittorio Tracuzzi che lo portò con sé nel ritiro pre europeo di categoria.
Le buone prestazioni di Destasio coronate da cinque presenze con la rappresentativa non riuscirono però a convincere Tracuzzi a portarlo con sé all’Europeo.
Per quanto deludente fu la mancata convocazione quell’estate significò comunque per il nostro il salto nel Basket che conta: il suo talento non era rimasto inosservato e la Virtus Bologna messe sul piatto ben 120 milioni di lire per assicurarsi le sue prestazioni sportive.
Notato sempre durante le finali di Capo Orlando fu l’allora general manager della Virtus – Gianluigi Porelli – a volere fortemente il talento catanese nel capoluogo felsineo.
Immediatamente girato in prestito alla Ferrarelle Rieti in quella stagione ai comandi di Mister Klimkovski il nostro esordirà nel massimo campionato cestistico oltre che a livello internazionale nella Coppa Korac.
Nel suo triennio in Serie A1 le varie qualità che balzarono agli occhi dei contemporanei – oltre alla già citata duttilità – fu anche la grande freddezza del nostro. Vero jolly in grado di giocare in quasi tutte le zone del campo dimostrò durante la sua carriera di essere anche discretamente bravo nei tiri liberi, uno di quei momenti in cui la pallacanestro come e forse più di altri giochi che necessitano di concentrazione e attenzione richiede sangue freddo ai propri giocatori. La percentuale di tiri liberi finalizzati da Destasio nelle sue stagioni in A1 fu di circa l’ottanta per cento, non numeri di primo piano – ma nemmeno quelli di un mediocre – creando quello che sarà un altro tassello nella composizione della grande ecletticità dell’ex cestista.
Il finale di carriera di Destasio sarà di nuovo in un’altra realtà di spessore della Sicilia, precisamente nel Trapani, dove giocherà con costanza fino a inizio anni 90 dove passerà prima alla Pallacanestro Marsala e infine alla Olympia Comiso dove ritroverà allenatore l’ex compagno del PGS Riccardo Cantone e dove concluderà la carriera non ancora trentenne, a causa di un infortuno al ginocchio mai completamente guarito.
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