Si è conclusa sabato la prima settimana dell’Orange Camp, giunto alla 22ª edizione. L’evento estivo organizzato da Riccardo Cantone, Paolo Marletta e Antonio Bocchino è riuscito a coinvolgere 200 ragazzi da tutta Italia, la metà dei quali inizierà il camp oggi. Al loro fianco, uno staff di coach provenienti da Ragusa, Siracusa, Catania e Agrigento e capeggiati da Giuseppe Mangone, responsabile del settore giovanile di Cremona, e Federico Mussini, play dell’Apu Udine di A2.
«L’entusiasmo è stato altissimo – spiega coach Giuseppe Mangone –, i ragazzi sono stati davvero bravi. Si sono sforzati di stare attenti e fare qualcosa di diverso: l’abbiamo apprezzato! Sono ragazzi svegli, non pigri: l’impatto è ottimo!» All’allenatore modenese è toccato coordinare lo staff: lezioni brevi ma di spessore, poi tutti in campo a provare, a giocare, a divertirsi.
L’obiettivo è proprio questo: bilanciare l’apprendimento (di squadra e specifico di tecnica e fondamentali) con la possibilità di divertirsi e conoscersi. E alla fine per i ragazzi forse è la parte più coinvolgente: ci si incontra tra coetanei, magari anche avversari di società o città diverse, si fa amicizia e si conoscono anche ragazzi provenienti dal Veneto, dalla Toscana, dal Lazio… In futuro, poi ci si ritroverà sui campi e l’agonismo avrà un altro sapore.
«Facevo tanti camp da giocatore – spiega Federico Mussini, visto in Serie A a Reggio Emilia e Trieste –, mi piaceva sempre! Mi sarebbe piaciuto che un giocatore fosse presente per chiedere e “sfruttarlo”. È questo quello che dico ai ragazzi, che sono tutti bravissimi, educati, disponibili e hanno voglia di imparare: l’importante è che si divertano!» Avere un cestista che ha visto anche l’NCAA e le Nazionali giovanili aiuta: tutti lo seguono e aspettano il suo prossimo consiglio per migliorare.
Tra piscina, All-Star Game, in cui vengono coinvolti anche i coach (si parla anche di un Carlo Costa dominante) e tanto tanto lavoro sui campetti, i ragazzi hanno trascorso così una settimana diversa dal solito e che culmina nella premiazione finale, con premi di squadra e individuali per tutti. A spingerli, lo staff tecnico con Massimo Di Gregorio, Valeria Puglisi, Giuseppe Ferlisi, Alessio Bazan, Yvan Baglieri, Federico Cigarini, Carlo Costa e Antonio Marletta, oltre allo staff medico composto da Piero Burrugano e Alessandra Padua.
«Il giorno dopo che finisce tutto – chiude coach Riccardo Cantone, catanese purosangue ma da anni di base a Ragusa –, si inizia a programmare l’anno successivo. C’è un lavorio che coinvolge tutta l’organizzazione. Per fortuna, i contatti e le conoscenze sono tante». In attesa della prossima settimana, in cui ci sarà anche coach Antonio Bocchino (ora impegnato con la Nazionale Under-20), il quarto di secolo di avvicina, e l’Orange Camp è ormai un movimento che ha contribuito a far crescere la pallacanestro in Sicilia: un’importante storia del centenario del basket italiano.
Roberto Quartarone
Lascia un commento