Vent’anni fa, Željko Zečević era il giovane allenatore del CUS Catania: promettente e innovativo, legò il suo nome a una salvezza insperata in Serie B2 che abbiamo raccontato durante il primo lockdown insieme a Maurizio Grasso. Da allora, il coach serbo ha fatto molta strada, diventando uno dei tecnici più quotati del continente africano. Nell’ultimo weekend ha messo un’altra perla alla sua collana: ha portato la Nazionale della Guinea alla qualificazione all’AfroBasket. In tutta la sua storia, la Nazionale dell’Africa Occidentale ha partecipato a sole cinque edizioni, appena una negli ultimi 35 anni, e nel 2017 ha chiuso senza alcuna vittoria. Ora le prospettive sono ben diverse.
«Le qualificazioni sono state un purgatorio – ci racconta – perché era l’ultima finestra per l’AfroBasket. Nella seconda finestra, la Guinea Equatoriale ci ha battuto di sette punti; Costa d’Avorio e Camerun sono avversarie enormi. Ho preso la guida della squadra da quest’ultima finestra; cominciamo a lavorare in palestra quattro giorni prima, si crea la sinergia giusta e il gruppo si unisce. Giochiamo a viso aperto contro gli ivoriani; contro i camerunesi è difficile perché si va in campo sabato sera. Domenica 21 febbraio alle 11 affrontiamo gli equatoguineani, con 16 ore di riposo alle spalle. Avevamo perso le ultime 13 partite consecutive… È stata la madre di tutte le battaglie: abbiamo vinto di nove, è stata una gioia intensa, con tutta la Guinea che ha guardato la partita».
La vittoria sulla Guinea Equatoriale arriva a distanza di due mesi da un altro grande successo per la piccola nazionale guineana. «Al Cairo, con l’Under-18 abbiamo battuto il Mali, campione d’Africa e vicecampione del mondo, e abbiamo chiuso quarti – è orgoglioso, coach Zeljko –. Abbiamo cambiato la rotta: da perdenti completi siamo diventati una squadra tosta. Considero questo risultato e la qualificazione all’AfroBasket come una cosa allucinante, in senso positivo! Stiamo cercando di allargarci nel resto della nostra zona, con Senegal e Mali molto forti».
Il prossimo obiettivo ora è essere pronti per l’AfroBasket 2021, che si disputerà a fine agosto a Kigali in Ruanda, in una nuova arena da 12 mila posti. La preparazione passa anche dall’avere tutti i giocatori a disposizione. «Intanto volevamo passare a tutti i costi, ma non eravamo completi – prosegue il coach –. Speriamo di presentarci ad Afrobasket con Hamidou Diallo di Oklahoma, Mamadi Diakité di Milwaukee, Alfa Diallo che gioca in Grecia. Spero che nelle prime 20 scelte del prossimo Draft ci sia poi Moussa Cissé, un 2 e 10 di Memphis University. Sarebbe un sogno averli con me, potremmo ambire a superare la terza fascia in cui siamo, dietro agli squali (Angola, Tunisia, Nigeria, Senegal) e ai pesci grossi (Egitto, Costa d’Avorio, Camerun). Purtroppo l’Africa diventa importante solo quando si tratta di prendere i giocatori, mentre per averli è sempre complicato. Penso a Sekou Doumbouya che è guineano ma giocherà con la Nazionale francese, o a Embiid e Siakam che possono giocare con il Camerun, ma l’NBA richiede assicurazioni molto alte».
L’idea di Zečević è comunque di lanciare i suoi ragazzi, su cui sta lavorando da mesi per le Nazionali giovanili. «La maggior parte dei cestisti delle qualificazioni giocava in Francia. Dei giocatori del campionato guineano, voglio impiegare solo gli Under-18 e Under-16, anche perché chi sa farlo va a giocare in Europa. Lavoreremo anche per qualificarci ai Mondiali». Queste qualificazioni sono state importanti anche per la presenza di Liz Mills, l’allenatrice che ha portato il Kenya alle finali, prima donna a farlo. «È una mia amica personale: tutto il mondo è impressionato! È una signorina australiana, ha fatto la gavetta, tanta! Sa molto del basket africano ed è bene inserita. Per motivi strettamente linguistici allena nelle ex colonie britanniche ed è la prima donna a guidare una squadra nazionale maschile».
Un’ultima notazione sulla bolla FIBA: si è giocato a Yaoundé, in Camerun, e il protocollo è stato rigido. «Dovevamo portare due risultati negativi del tampone; in Camerun ne abbiamo fatto un altro per entrare nel paese e uno per fare gli allenamenti e le partite nella bolla. Se tutto è negativo, puoi partecipare. E poi la trafila al contrario per tornare a Conakry. Il prossimo che mi farà un tampone rischierà la vita!» Con l’augurio che Zečević partecipi all’AfroBasket con la stessa grinta che lo ha sempre contraddistinto, sperando senza tamponi!
Roberto Quartarone e Gaetano Gorgone
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