Entro fine mese partirà la Serie C, ridotta a 9 squadre. Molte ed eccellenti sono state le rinunce; l’Acireale Basket in particolare ha perso negli ultimi mesi la sua roccaforte, il PalaVolcan, ennesimo impianto in provincia che non ospiterà più come sport principale la palla a spicchi.
«Abbiamo rinunciato anche perché non ci hanno dato risposte – afferma il presidente acese, Paolo Panebianco –. Abbiamo chiamato, mandato pec, chiedendo orari per gli allenamenti, ma non ci hanno mai risposto. C’è un blocco nei confronti nostri e del pattinaggio. Il palazzetto però è fruibile, ci si allena il calcio a 5. Purtroppo nemmeno con l’amministrazione c’è un dialogo. Noi saremmo la seconda squadra sportiva cittadina e decima di basket in Sicilia per risultati, svolgiamo attività da 37 anni, ma non so cosa potrà succedere in futuro».
Il palazzetto di corso Italia era in gestione al consorzio Gis e ora invece è gestito dal CSI Acireale e dalla Top Five, che hanno vinto il bando. «L’impianto è aperto a tutte le discipline – affermano i responsabili, Salvo Raffa e Ugo Petrina –. Abbiamo ricevute tantissime richieste, tra cui due da società di basket. È una struttura che ha grande potenzialità e, così come previsto dal bando e al capitolato, ci atterremo a tutto quello che è possibile fare. Abbiamo ricevuto una scatola vuota: stiamo programmando e a breve risponderemo a tutti. Il PalaVolcan c’è stato affidato da un mese e abbiamo la necessità di organizzare la sua gestione (ritenuta d’interesse commerciale). È necessario attendere i tempi e le esigenze per tutti gli adempimenti del caso». La Top Five, dal 19 febbraio, inizierà intanto i suoi corsi di basket.
Il problema è che un’alternativa pubblica al PalaVolcan non c’è. L’altra squadra cittadina, il San Luigi, è invece sicura di potersi allenare sul proprio campo. «Faremo la Serie D – spiega il dirigente e allenatore Carmelo Nicolosi –, il San Luigi fino a giugno è di nostra sicura disponibilità; poi si vedrà».
«Il bando per il PalaVolcan è stato a valenza europea e ha avuto un vincitore – chiude l’assessore comunale allo Sport Fabio Manciagli –. Le strutture sul territorio sono poche per tante società. Noi dobbiamo far rispettare il capitolato: i gestori possono usare l’80% degli orari e dare ad altri il 20%, cosa che a quanto mi dicono verrà fatta. La struttura era carente, si sta facendo un investimento. Io posso fare solo da tramite, altrimenti commetterei un abuso. Purtroppo dietro lo sport ci sono innumerevoli problemi e l’assenza o fatiscenza degli impianti potrebbe significare anche chiudere o dover emigrare».
Roberto Quartarone
da La Sicilia del 15/2/2021
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