La coach dopo la vittoria sulla Savio Messina… «Vorrei vedere più giovani in Serie D»… «Ci devono essere entusiasmo e coinvolgimento»…
Deborah Bruni è una delle due coach che attualmente allenano una squadra senior maschile: è subentrata a Gerardo Liguori sulla panchina di Aci Bonaccorsi, in Serie D, per compiere una mission impossible: portare alla salvezza una squadra che ha chiuso il girone d’andata a zero punti. Il ritorno è iniziato bene, con il 77-75 rifilato al Savio Messina, diretta concorrente per evitare l’ultimo posto. È giunta anche la prima vittoria in Under-18, squadra nata in sinergia con Belpasso.
«I ragazzi dell’U-18 sono stati contenti ed entusiasti – afferma l’allenatrice –, abbiamo fatto un regalo di Natale! È un bel gruppo, metà di Aci Bonaccorsi, metà di Belpasso e due dell’Aretusa; è difficile allenarsi. Due di loro giocano in quintetto in Serie D, cerco di coinvolgere anche altri tre 2000. Se lo meritano, anche se mi aspetterei che tutti in Serie D giocassero con i giovani, senza ingaggiare gli stranieri: è allucinante. Per questo per me Mascalucia non è una sorpresa, messi assieme sono forti, hanno un bel progetto e coach Santangelo è molto preparato».
La squadra è già mutata, hanno lasciato Antonio Sciuto e Valerio Failla, ma ha trovato compattezza. Quindi come si farà a salvarsi? «Aci Bonaccorsi ha talento ma non lo sa – precisa Bruni –. Non c’era un gruppo, solo ora si sta amalgamando, perché siamo partiti troppo tardi. Stiamo creando il senso di essere una squadra, anche se è un po’ tardi. Abbiamo fatto anche doppio allenamento, i ragazzi hanno ritrovato entusiasmo e non vogliono mollare. Bisogna che ci sia sempre coinvolgimento, voglio ragazzi responsabili, come Grasso, Fraticelli, Minardi e Scerra che hanno la mentalità dei giocatori, spero che rientri Catalano. Qualcosa di buono uscirà».
Risolti i dubbi sul regolamento (inizialmente la formula prevedeva i playout, poi aboliti dalle Doar: la società ha chiesto un chiarimento in merito), per evitare l’ultimo posto in questo girone di ritorno la formazione bianconera dovrà vincere tre partite più della Savio Messina, in modo da metterla alle spalle: è una mission impossible o una scommessa da vincere?
Roberto Quartarone
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