I grandi protagonisti dei Mondiali
Indianapolis ’02: Dirk Nowitzki

La promessa mantenuta di Geschwindner… Un centro innovativo, grazie al fadeaway… Una carriera tra NBA e Nazionale… L’addio al basket…

Dirk Nowitski, il cestista più rappresentativo della Germania. Al Mondiale di Indianapolis 2002 ha guidato la sua Nazionale al bronzo, risultando anche MVP e top scorer del torneo (dal sito basketuniverso.it)

Nell’unica medaglia conquistata dalla Germania in una manifestazione intercontinentale di basket non poteva mancare il suo timbro, quello di Dirk Nowitzki, il cestista tedesco più titolato della storia. E forse non è un caso che questo risultato, il bronzo ai Mondiali del 2002, sia stato ottenuto proprio negli Stati Uniti, a Indianapolis, in quella terra dei maestri dove lui aveva avuto il coraggio di approdare qualche anno prima, deciso a scalare i piani alti della NBA.

Aveva ancora 24 anni, ma della sua Nazionale era già diventato una star. Dopo il timido debutto agli Europei del ’99, si era decisamente affermato nella edizione successiva (Istanbul 2001), risultando il miglior realizzatore del torneo (28,7 di media, inferiore solo a quelle inarrivabili del greco Galis) e artefice di un promettente quarto posto. Il Mondiale dell’anno successivo avrebbe decretato la sua definitiva maturazione: oltre a quella medaglia di bronzo, anche il titolo di MVP e, ancora una volta, quello di top scorer del torneo (34 punti il suo massimo in una partita, proprio davanti ai “colleghi” statunitensi).

Fisico statuario, muscoli scolpiti, 2 e 13 di altezza; il ruolo di centro gli appartiene per costituzione. Ma lui lo ha interpretato in chiave nuova, moderna, grazie soprattutto alle cure di Holger Geschwindner, ex “nazionale” della Germania Ovest, che si propose come suo allenatore personale, con la promessa (mantenuta!) di portarlo a giocare con i migliori al mondo. Il tiro a canestro per esempio, quello dalla distanza, è stato talmente perfezionato da farlo diventare un cecchino temibile, addirittura immarcabile con la sospensione in allontanamento (fadeaway), una sua specialità. Tanto che nella NBA è stato per lo più impiegato nel ruolo di ala grande.

Nowitski, con la maglia della Nazionale tedesca, nel suo classico fadeaway, tiro in sospensione in allontanamento (dal sito “rivistacontrasti.it”).

La sua avventura in Nazionale era destinata a durare ancora a lungo. Altre cinque edizioni di campionati europei, con una replica di tripletta nel 2005 a Belgrado (medaglia d’argento, MVP e miglior marcatore, titolo quest’ultimo raggiunto anche nel 2007). Nel Mondiale del 2006 in Giappone è ancora lui a segnare più di tutti; nel 2008, alle Olimpiadi di Pechino, ha l’onore di sfilare come portabandiera della folta rappresentativa della Germania.

Ha deciso di chiudere il capitolo con la sua Nazionale con l’ultima partita dell’Europeo giocato in casa, nel settembre del 2015, ma non la sua carriera di cestista. Che è durata fino allo scorso mese di aprile, poco prima di compiere 41 anni, quando (microfono in mano, occhi lucidi, riflettori su di lui e buio sulle tribune per creare l’atmosfera) ha dato l’addio ai suoi tifosi, quelli dei Dallas Mavericks, con cui aveva conquistato un campionato NBA, un titolo MVP (primo giocatore europeo nella storia) e dieci convocazioni nell’All Stars Game.

Nunzio Spina

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