Un harakiri che chiude le speranze di risalire… Testa al play-out… Carbone: «Tutti remino dalla stessa parte»… Guerra: «Lavorare sulla determinazione»…
L’harakiri di Pozzuoli ha dato una certezza all’Alfa: per salvarsi bisognerà affrontare il play-out e l’eventuale finale salvezza a quattro con uno spirito diverso. Era uno spareggio per evitare il penultimo posto ed è stato perso nel modo peggiore: mostrando quell’atteggiamento “marca Alfa” che sembrava svanito nelle ultime gare. Tre buoni quarti e poi l’implosione, la totale passività rispetto alle iniziative avversarie, il non saper come contenere chi per tre quarti era stato appena sufficiente.
Il lavoro di coach Massimo Guerra stava andando proprio nella direzione di cancellare quei blackout già visti tante volte. E invece, puntuale, è arrivata la smentita dal campo. Il miracolo di non chiudere penultimi non sarà esaudito (le sfide a Tiber, Caserta, Valmontone e Napoli daranno la sentenza), ma appunto per questo la concentrazione dovrà essere maggiore per affrontare le gare salvezza. Si giocherà al meglio delle cinque, 12ª contro 15ª, 13ª contro 14ª; due retrocedono, poi la peggior vincente andrà allo spareggio contro il Girone C.
«Non molliamo fino all’ultima partita, ma dobbiamo cambiare registro – afferma il general manager dell’Alfa Catania, Carmelo Carbone –. Tutti devono remare dalla stessa parte, per impegnarsi a raggiungere l’obiettivo della salvezza. Non è importante per l’Alfa in sé, ma per Catania. Dopo avere ottenuto la promozione con sacrificio, non vogliamo piombare nell’anonimato. Non cercheremo alibi, che sono le scuse dei perdenti».
Si sapeva che sarebbe stato un campionato difficile, ma quest’ultimo scorcio dimostra che, se salvezza sarà, bisognerà soffrire molto. «Fino all’ultimo secondo dei play-out cercheremo di salvare questo titolo – prosegue Carbone –. Non sono nuovo a salvezze di questo tipo, è già successo di salvare la B all’ultima giornata dei play-out». Il riferimento è alla stagione 2006-’07, quando la Virtus si salvò allo spareggio di Rende contro San Severo. Poi si rinunciò alla categoria perché la società cedette il titolo a Bisceglie, ed era una B profondamente diversa.
«A questo punto partiremo svantaggiati e ciò non ci scoraggia – analizza Carbone –, anche perché il coach ha voglia di lavorare e metterci impegno. Guerra capirà cosa c’è da fare, per eliminare i limiti che finora non siamo riusciti a superare».
Il coach ha un’idea chiara: «L’obiettivo è quello di preparare al migliore dei modi la squadra ai play-out, soprattutto al livello mentale – ci spiega Massimo Guerra –. Saranno partite da vivi o morti, speravo che la partita di Pozzuoli ci servisse a prepararci per questo. Ci manca la determinazione per chiudere la partita e la gestione degli ultimi minuti. Dobbiamo lavorare, non ci dobbiamo abbattere; quest’esperienza ci deve essere utile per affrontare le partite che contano con lo spirito giusto».
Che sia Pozzuoli, Palermo o Valmontone la prima avversaria nella post-season, poco cambierà. Agli spareggi salvezza si dovrà arrivare passando da quattro partite da vedere sotto un’altra ottica. «Bisogna arrivare ai play-out in forma – prosegue il coach –. La ricerca nei prossimi giorni sarà sul ritrovare determinazione e fiducia, dovremo essere più pronti ad affrontare partite in cui quest’aspetto conta più della tecnica e della tattica. La società se lo merita, ci crede. È fondamentale che facciamo quadrato per fare il passettino in più».
Sulla partita di Pozzuoli, persa per 83-75, per tre quarti si è visto qualcosa di buono: almeno questo c’è da salvare. «Non posso lamentarmi dal punto di vista tecnico – conclude Carbone –, improvvisamente però il black out. Quand’eravamo avanti, sul +15, dovevamo affondare ancora di più. Fin lì abbiamo surclassato gli avversari, il piano partita era riuscito, avevamo messo fuori Carrichiello e a lungo anche Tessitore, i lunghi hanno giocato benissimo. È stata una partita incredibile perché a 8’ dalla fine ci siamo sciolti come neve al sole. Alla prima disavventura, non possiamo calare così. Bisognerà lavorare con attenzione, coach Guerra prenderà le contromisure».
Roberto Quartarone
da “La Sicilia” del 25/03/2019
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