La salvezza del Basket Club Paternò… «Fiero della squadra»… «Una stagione particolare»… «Nel girone di ritorno il cambio di passo»… «L’impegno giovanile»…
La vittoria pazzesca al supplementare contro Canicattì permette al Basket Club Paternò di salvarsi e conservare la categoria conquistata appena un anno fa in gara-3 di finale play-off. La Serie D è stata ardua, ma con cinque prestazioni di carattere in casa (e tre in trasferta), i rossazzurri hanno mantenuto la seconda serie regionale che mancava da anni. La base l’hanno formata ancora i reduci della generazione d’oro, ridotti a Walter Fiorito, Turi Asero (infortunatosi a metà stagione) e Tommaso Rao (tornato nelle ultime giornate).
«Sono fiero di tutti i miei compagni di squadra – afferma capitan Fiorito –, sono cresciuti tanto e ancora cresceranno. Per me è un onore essere il capitano della squadra della mia città e motivo di orgoglio e responsabilità! Soprattutto considerando una stagione tanto particolare, con tanti problemi al di là degli infortuni».
È stata una stagione travagliata sin dall’inizio: i rinforzi giunti in estate si sono rivelati un’arma a doppio taglio visto il caso della formazione italiana mancante a Grasso, Mallory e Belluomo, più Velardi e Mantegna. «È stata una stagione particolare – spiega la guardia –, la regola della formazione italiana è assurda. Non è stato semplice, abbiamo fatto tanti sacrifici. Anche perché al fianco del presidente Turi Messina ci siamo solo io, Luigi Emanuele e Gabriele Lo Faro che diamo una mano. Tutti i problemi si dissolvono quando raggiungi il risultato: così è tutto più bello. Dopo aver perso a Canicattì all’andata in modo fortuito, la squadra ha avuto più consapevolezza dei propri mezzi. Ora Paternò è arrivata 6ª, il nostro obiettivo».
Alla fine, la salvezza è arrivata all’ultimo respiro, nel modo più inaspettato. «È stata una gran partita – esulta Fiorito –. Nei primi due quarti abbiamo sbagliato dei tiri semplici, sembrava che non fosse giornata. A metà gara, nello spogliatoio ci siamo guardati in faccia: era la partita della vita, dopo tante chiacchiere ci ritrovavamo sul 25-44. A quel punto siamo andati a 2000 all’ora perché altrimenti non l’avremmo portata mai a casa, ci siamo attivati tutti. Abbiamo giocato di squadra, non ci siamo buttati giù».
La partita di domenica ha sancito la fine di un’annata complessa ma appassionante. «Per molti è stato il primo campionato serio – prosegue Fiorito –. Per vincere ogni partita dovevamo sputare sangue. Nel girone d’andata avevamo le idee un po’ offuscate, c’era la convinzione che gli avversari fossero meno forti di noi. Nel girone di ritorno è cambiato il passo. Ci siamo giocati le partite contro Messina, Pozzallo e Armerina. Abbiamo fatto uno step avanti. In più si sono integrati bene Caltabiano, il Nick Amoruso del basket, Bulla, che si è impegnato al massimo, e Mallory, il primo americano della storia del BC Paternò».
Il prossimo passo è migliorare nel settore giovanile, che di anno in anno si prova a rilanciare. «Vogliamo e dobbiamo lavorare sulle giovanili – ammette il capitano –. Abbiamo cercato di lavorare nelle scuole, ma abbiamo pochi istruttori. Coinvolgeremo Davide Caserta e altri vecchi amici per dare brio al settore giovanile, manca qualcosa, anche se domenica c’erano tanti ragazzini, è bello perché il basket cerca di prendere piede. Sarò felice se un ragazzino prenderà il posto mio, ma loro devono togliermelo!».
Roberto Quartarone
Twitter: @rojoazul86
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