Il coach della Polisportiva Alfa parla dopo la vittoria a Capo d’Orlando… «Partita maschia, dimostrato il gap»… «Catania converga nel progetto»…
Brutti, sporchi e cattivi: la Polisportiva Alfa scesa in campo al PalaFantozzi di Capo d’Orlando ha sofferto per 30′ buoni ma poi ha avuto ragione della Nuova Agatirno, chiudendo la serie della semifinale play-off di Serie C Silver già in gara-2. Lo stesso cinismo dimostrato in gara-1 ha permesso dunque di dare alla squadra un weekend in più di lavoro per pensare alla finale, che si disputerà contro una tra Eagles Palermo e Nova Virtus Ragusa, dopo che gli iblei hanno pareggiato la serie. Inoltre l’obiettivo minimo è raggiunto: si va ai concentramenti nazionali. Il 1º, 2 e 3 giugno, la campionessa della Sicilia giocherà contro Puglia 2 e Liguria 1, la vice contro Sardegna 1 e Marche 1.
«La partita è stata molto maschia e dura interpretata benissimo dall’Agatirno – ammette coach Andrea Bianca -, hanno subito messo le mani addosso ai miei giocatori per far valere il fattore campo. Nella fase iniziale, che è durata abbastanza, abbiamo da un lato tentato di limitare i danni, dall’altro tentato in più modi di entrare in partita, infine siamo riusciti a dimostrare il gap di valore, fisico e tecnico».
Un Agosta da 6/9 da due (18 pt.), 12 rimbalzi, 10 falli subiti e 32 di valutazione, un Daukšys da 2/3 da tre e 14 rimbalzi (22 pt. e 28 di valutazione) e un Gottini da 16 punti (4/8 dal campo) sono stati i grandi protagonisti. «Complimenti ad Alessandro Agosta – applaude Bianca -, per la sua miglior partita in maglia Alfa, e a Matteo Gottini, che è una costante e quando decide di voler far vincere la squadra è il top. Accanto a loro, Consoli, Abramo e Daukšys: hanno dimostrato il loro valore. Bene Arena e Koloničný benché non fossero al massimo. Sapevamo che sarebbe stata dura, così è stata, bene abbiamo fatto noi, giocando anche noi fisicamente, facendoli caricare di falli e sfruttando le rotazioni più lunghe».
Ora, indipendentemente dal risultato della finale, si va avanti e si punta dritto alla Serie B. Negli ultimi 20 anni, le squadre etnee che sono arrivate così in là sono solo la Torre Tabita-Cus 1998-’99 (promossa), la Venosan Acireale 2011-’12 (sconfitta da Trapani) e la FormaItalia Acireale 2012-’13 (sconfitta dal Cus Messina). «L’importanza di giocarsi le finali fino in fondo è molto rilevante. Significa dare forza e consistenza a un progetto strutturato nel corso di un anno solare, le finali si disputeranno a giugno e da giugno 2017 abbiamo iniziato a costruire la squadra, per valorizzare i catanesi e cammin facendo, con alcuni correttivi anche programmatici, abbiamo svoltato verso la stagione che abbiamo fatto. È importante andare lì per giocare e vincere per dare coerenza al progetto».
Il discorso con coach Bianca s’allarga ad altre questioni che toccano soprattutto il futuro. «Sono contento per Catania e la Sicilia tutta che ci sia una squadra che tenta di andare avanti. Le esperienze di Barcellona, Costa d’Orlando, Green e Patti (che spero di possano salvare) danno lustro all’attività cestistica della nostra terra. Catania deve inserirsi in questo contesto, anche se è un territorio particolare».
Il progetto di far convergere sull’Alfa l’interesse del basket provinciale non è chiuso: «Sono passati 20 anni da quando si tentava sul campo un’operazione del genere. Sono tanti e fanno dimenticare un’importanza di avere una squadra in alto. Spero che la città possa convergere su questo progetto, nel rispetto delle singole realtà e che devono mantenere la propria autonomia. La forza è trovare motivi che possano unire. Questo penso che possa essere un grande successo. Ci siamo, abbiamo lavorato un anno e faremo di tutto per coronare un successo agonistico. Con il massimo rispetto degli sforzi fatti dalla società e dal mio staff, è una vittoria dei ragazzi, giocatori importanti, non è facile lavorare assieme un anno. È merito loro ciò che sta succedendo», chiude coach Andrea Bianca.
Roberto Quartarone
Twitter: @rojoazul86
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