Buon inizio, avanti di un punto, ma poi Alcamo vince bene… I catanesi vincono l’ultimo tempino…
LIBERTAS – CUS CATANIA 65 – 51
parziali 19 – 13, 17 – 10 (36 – 23), 18 – 11 (54 – 34), 11 – 17 (65 – 51)
ALCAMO: Genovese 5, Ranalli 12, Costadura 8, Bottiglia 2, Andrè 13, Manfrè, Provenzano 8, Amato 10, Agrusa 2, Accardo ne, Farina ne, Ajola 5. Coach: Vincenzo Ferrara.
CATANIA: Lo Faro 10, Arcidiacono, Vasta 2, Cuccia 13, Corallo, Alescio 18, Matarazzo, Fichera 4, Corselli, Baldelli 4. Coach: Gaetano Russo.
ARBITRI: Di Giorgi e Fava di Palermo.
Un approccio alla gara non proprio ottimale, i giovani del CUS che mettono il muso avanti seppure di un sol punto, Amato che si scontra con Manfrè mettendolo definitivamente out dopo solo tre minuti (6 punti di sutura in ospedale), le scorie dello scivolone interno con Giarre che fanno capolino. Ma Alcamo vuole e deve ritornare alla vittoria e così, a metà del primo periodo, ingrana le marce alte e stacca gli avversari.
La spallata la danno soprattutto Genovese (classe 2000) e l’esperto Provenzano mentre Andrè e Ranalli segnano da sotto e dominano nel pitturato. Al Cus Catania non bastano più Lo Faro, Alescio e Cuccia anche perché la difesa della Libertas comincia a mordere e a recuperare palloni.
Il riposo lungo arriva con i padroni di casa avanti di 13 lunghezze. Si riparte e nel giro di un paio di minuti viene chiusa la pratica Cus anche con l’apporto dei due diciottenni Amato e Agrusa. Cala la tensione, aumenta il numero dei falli ma il match non viene più messo in discussione.
Il “PalaTreSanti”, ancora una volta con una splendida cornice di pubblico, si accende per alcuni recuperi e per le rapidissime azioni in contropiede. Poi un lungo applauso ha accolto il rientro al palazzetto di Federico Manfrè.
“Importante avere portato a casa i due punti – dice coach Ferrara – anche se ancora ci sono molte cose su cui lavorare”. “Dobbiamo migliorare in tante cose – aggiunge Genovese – a cominciare dall’approccio alle partite. E dobbiamo già pensare all’ostico Ragusa”.
Alcamo, 22 ottobre 2017
L’addetto-stampa
(Piero Messana)
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