Europei di basket
Il ricordo e l’augurio di Achille Canna

Il giocatore della Virtus Bologna che disputò le Olimpiadi 52 e 60 e gli Europei 53 e 59… «Messina darà al basket italiano quella spinta di cui ha bisogno!»…

Achille Canna è nato a Gradisca d’Isonzo, in provincia di Gorizia, il 24 luglio 1932. Ha quindi da poco compiuto 85 anni. La sua prima società di basket fu l’Itala Gradisca (denominazione dall’evidente significato patriottico, in tempi di irredentismo), dove scalò le categorie allievi e juniores prima di approdare nella prima squadra, che negli anni tra il ’46 e il ’54 militava in serie A. Nel ’52, a 20 anni, Achille cedette al richiamo della Virtus Bologna, anche perché lo sponsor Minganti (fabbrica di macchine utensili) gli offrì un lavoro. Da allora, il capoluogo emiliano sarebbe rimasto praticamente la sua città. Nove stagioni da protagonista, con due titoli tricolore, cinque secondi posti e due terzi posti (sempre alle spalle di Milano o Varese). A fine carriera, un anno in serie B col Gira Bologna, poi una puntata a Napoli con la Fides. Ala di 1,90, fu uno dei primi interpreti del corretto tiro in sospensione, così come appreso osservando i giocatori americani di stanza nel Territorio di Trieste. Nella Virtus era una pedina chiave negli schemi di Tracuzzi, che spesso si affidava in difesa a una zona 1-3-1 (Canna la punta) e in attacco alle azioni in contropiede (con la inseparabile coppia Canna-Alesini). Fu Van Zandt il primo allenatore a convocarlo in Nazionale, inserendolo nella squadra per le Olimpiadi di Helsinki ’52; poi venne confermato da Tracuzzi: con lui l’Europeo del ’53 a Mosca. Entrò anche nell’era-Paratore, disputando un altro Europeo (Istanbul ’59) e soprattutto le Olimpiadi di Roma del ’60. Nella Virtus avrebbe poi ricoperto praticamente tutti gli altri ruoli: allenatore (come vice di Tracuzzi), vice presidente, presidente e direttore sportivo, collezionando un gran numero di titoli.

 

Achille Canna in entrata a canestro con la maglia della Nazionale

“Non posso dimenticare la mia prima partita in un campionato europeo! Eravamo a Mosca, sul campo di gioco dell’immenso stadio della Dinamo, verso la fine di maggio del ’53. Si giocava all’aperto, ovviamente, e c’era una di quelle belle giornate di cielo sereno che rendeva ancora più eccitante quel momento. Io dovevo ancora compiere ventun anni… Non ero proprio un esordiente, perché con Van Zandt avevo preso parte alle qualificazioni per le Olimpiadi di Helsinki dell’anno prima, ma facevo parte del numeroso gruppo di giovani ai quali Vittorio Tracuzzi aveva voluto affidarsi per rinnovare la Nazionale; lui mi stimava molto, e poi me lo sono ritrovato a Bologna, sia come compagno di squadre che come allenatore… Quella prima partita la giocammo contro la Romania, la vincemmo nettamente e ricordo di aver messo a segno qualche canestro (61 a 43 il finale, 9 punti di Canna, n.d.r.)… Il giorno dopo, una vittoria ancora più larga con la Svizzera, ma sapevamo che poi sarebbe venuto il bello, cioè il difficile… Le altre squadre dell’Est erano di un’altra categoria rispetto a noi, soprattutto l’Unione Sovietica, che era praticamente inavvicinabile (anche contro i padroni di casa, comunque, Canna realizzò 9 punti, n.d.r.)… Tenendo conto della giovane età della squadra, il settimo posto per noi fu già un buon risultato…”.

L’augurio di Canna a Ettore Messina (qui ripresi in una foto di qualche tempo fa a Bologna), in vista dei prossimi Europei: “Darà al basket italiano quella spinta di cui ha bisogno!”. (foto Nucci/Benvenuti)

“Gli impegni di lavoro mi impedirono di partecipare alle due edizioni successive degli Europei… Tornai a Istanbul nel ’59, convocato da Paratore, e qui ricordo soprattutto due episodi: il primo è quello degli scivoloni grotteschi di tutti i giocatori nella partita con l’Unione Sovietica, su un parquet all’aperto reso viscido dall’umidità che veniva dal vicino mare del Bosforo; il secondo, la partita con la Jugoslavia, che fu davvero durissima, e che perdemmo con la sola differenza di un canestro (e con 10 punti suoi, n.d.r.)… Il piazzamento finale fu alquanto deludente, ma noi eravamo molto rimaneggiati, e Paratore aveva puntato tutto sulle Olimpiadi di Roma dell’anno dopo… I fatti gli diedero ragione, perché arrivò un sorprendente quarto posto, e io ho avuto la fortuna di far parte di quella squadra…”.

“La Nazionale mi ha sempre procurato una grande emozione, negli anni, anche da spettatore e da tifoso; e adesso non vedo l’ora di seguirla nei prossimi Europei, con l’augurio che possa tornare in alto… Confido molto sulla sapienza di Ettore Messina, tecnico intelligentissimo e preparatissimo, che posso dire di conoscere bene per i suoi trascorsi da allenatore con la Virtus, quando io ero direttore sportivo; penso che stavolta abbia avuto il tempo di preparare la squadra secondo le sue idee e di conoscere bene i suoi giocatori… Ne sono sicuro: Messina darà al basket italiano quella spinta di cui ha bisogno!”

a cura di

Nunzio Spina

 

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