Europei di basket: Katowice 2009
Il commento del coach… Sergio Scariolo

Tre secondi posti nelle cinque edizioni precedenti, e poi… Una struttura cambiata e i rischi del puntare ai giovani… 

Sergio Scariolo è nato a Brescia, il 1° aprile del 1961. Il suo percorso da allenatore ha avuto il minibasket come punto di partenza, a 19 anni, scalando poi tutti i gradini che lo hanno fatto approdare sulla panchina della prima squadra, assistant coach nella sua città e a Pesaro. Qui ebbe il suo primo incarico come capo allenatore, e a soli 29 anni portò subito la Scavolini alla conquista dello scudetto, oltre alla finale di Coppa Korac. Dopo un’esperienza in A2, a Desio, tornò nel massimo campionato con la Fortitudo Bologna, dove in tre stagioni ottenne un premio come miglior allenatore del campionato e un’altra finale scudetto. Dal ’97 si è iniziata la sua lunga avventura all’estero, vissuta quasi interamente in Spagna: due stagioni col Saski Baskonia (una Copa del Rey), tre col Real Madrid (un titolo nazionale), cinque col Malaga (una Copa del Rey e un titolo nazionale). Seguì una parentesi russa (due anni a Chimki), prima del ritorno in Spagna, stavolta chiamato alla guida della Nazionale. La nomina venne ufficializzata il 9 febbraio del 2009; dopo sette mesi era chiamato a onorare il primo impegno ufficiale, gli Europei in Polonia, che avrebbero portato finalmente le Furie Rosse sul gradino più alto del podio.

Sergio Scariolo, l’allenatore italiano vincente in Europa: per lui tre medaglie d’oro sulla panchina della Spagna (da fibaerurope.com).

“Esordio migliore non poteva esserci per la mia prima esperienza sulla panchina di una Nazionale maggiore! La Spagna – che era un po’ diventata la mia nuova casa – mi affidava un incarico speciale, e quella volta accettai dopo essere stato costretto a rinunciare l’anno prima; speciale per l’importanza in sé, ma anche per l’onere di dover inseguire la conquista di una medaglia d’oro che più volte era sembrata a portata di mano (tre secondi posti nelle ultime cinque edizioni, n.d.r.), ma che era sempre sfuggita, soprattutto nell’Europeo precedente disputato in casa, con quella finale di Madrid persa di un punto contro la Russia… C’era una sorta di ansia di successo, quasi atavica, e la si avvertiva forte…”

“Il risultato tanto atteso arrivò proprio allora, in Polonia, e a posteriori potrei dire che si trattò di una marcia trionfale; in realtà, mi trovai ad affrontare diversi momenti di difficoltà, sia nel pre-Europeo che durante il torneo stesso… Intanto avevo deciso di cambiare un po’ la struttura della squadra, cercando di far convivere tra loro i due fratelli Gasol, così come Navarro e Fernandez, invece che impiegarli l’uno come cambio dell’altro, e quindi c’era necessità di lavorare in tal senso… Dovetti poi fare i conti con gli infortuni: Pau Gasol aveva saltato praticamente tutta la fase di preparazione, e difatti all’esordio con la Serbia, che ci batté, giocò malissimo, penso la peggiore partita della sua carriera; anche Navarro e Fernandez ebbero all’inizio problemi fisici… Avevo inoltre puntato molto – rischiando – sui giovanissimi Rubio e Lull, e quando quest’ultimo fallì l’ultimo uno-contro-uno con la Turchia, che ci costò la seconda sconfitta, sentii già le critiche piovere sulla mia testa…”.

Le Furie Rosse esultano dopo la conquista del loro primo oro europeo a Katowice, nel 2009. Scariolo si scorge a malapena in terza fila, col dito indice in su (da fibaerurope.com).

“Siamo stati bravi a stringere i denti, e a trovare una coesione davvero eccezionale, che ci ha permesso di superare nettamente tutte le squadre trovate da quel momento sul nostro cammino: Lituania, Polonia, Francia, Grecia, la stessa Serbia; poco meno o poco più di venti punti a ognuna… Quella sì che è stata una marcia trionfale! Sul piano tecnico, la carta vincente è stato l’altissimo livello difensivo; il resto lo hanno fatto le prestazioni in attacco, individuali ma ben differenziate: in testa Pau Gasol, che dopo quell’inizio infelice è cresciuto a tal punto da risultare il miglior realizzatore e l’MVP del torneo; ma anche tutti gli altri si sono messi bene in evidenza, compresi gli ultimi arrivati… Si ebbe proprio la sensazione che quella squadra potesse essere solo all’inizio di un ciclo fortunato…”.

Proprio così! Un ciclo fortunato, e sempre con Sergio Scariolo in panchina. Un altro oro europeo arrivò nell’edizione successiva del 2011, in Lituania. Poi l’argento alle Olimpiadi di Londra del 2012 (cedendo in finale agli Stati Uniti, 107 a 100). Nel frattempo, Scariolo era tornato ad allenare una squadra di club, l’Olimpia Milano; e per dedicarvi il tempo che meritava, aveva deciso di abbandonare le Furie Rosse. Dopo due stagioni in Italia, nuovo trasferimento in Spagna: il Saski Baskonia per un anno, quindi il richiamo sulla panchina della Nazionale iberica, che nel frattempo aveva ottenuto (solo) un bronzo agli Europei del 2013 in Slovenia e un quinto posto ai Mondiali organizzati in casa. E al primo impegno ufficiale di Scariolo-bis, ecco la Spagna vincere il suo terzo oro europeo, nel 2015; per poi conquistare un’altra medaglia olimpica, bronzo alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Vedremo come continuerà la storia nei prossimi Europei di settembre…

 

a cura di

Nunzio Spina

 

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