Le parole del vicepresidente regionale FIP anche sulla situazione del bilancio… L’ultima parte dell’intervista rilasciata dal presidente al CTF d’inizio marzo…
Si è tenuto ieri a Catania, durante le finali regionali del Join the Game, il consiglio direttivo della FIP Sicilia. Tra le novità presentate, c’è l’istituzione di alcune commissioni regionali. Ne ha parlato ieri il vicepresidente regionale Salvo Curella, durante un’intervista a proposito dell’evento del Leonardo da Vinci, pubblicata in parte oggi su “La Sicilia”.
«Diamo vita oggi – ha spiegato – a una serie di commissioni regionali di studio del settore giovanile, del settore femminile, dell’impiantistica sportiva e del marketing ed eventi. In ultimo stiamo istituendo una commissione per i contributi della legge regionale 8/78. Il presidente vuole aprirsi al territorio: abbiamo chiesto ai consiglieri e alle società di segnalarci delle persone competenti e disponibili a spendersi nel proprio contesto. Il Comitato regionale non può deliberare nulla se non ci sono gli input dalla provincia. Come facciamo a fare scelte a carattere regionale se i tesserati nei vari settori non ci dicono le esigenze del territorio?»
Altra questione trattata con il vice presidente Curella è quella del bilancio 2016, che si è chiuso in passivo: «Qualcuno parla di buchi e problemi ad erogare i servizi – afferma –, in realtà abbiamo già saldato tutto ciò che riguarda le competenze degli arbitri. Le scelte di aver abbassato le tasse gare dei due campionati maggiori di nostra competenza, la Serie C/F e la Promozione (10€ sotto il target) sicuramente ci porta a una difficoltà, però non abbiamo problemi. Chiudere al 31 dicembre con un piccolo deficit non significa che abbiamo problemi per i bilanci futuri. Abbiamo risolto, grazie al presidente Rescifina, una situazione importante relativa a una nostra collaboratrice storica, Marisa Trevisano, e quindi questo ci ha comportato un esborso di chiusura che ha portato a questo piccolo disavanzo che chiuderemo nell’arco di tre anni. Non ci sono problemi di natura economica».
Alle finali del Join the Game, c’era anche il presidente regionale Riccardo Caruso. Durante il Centro Tecnico Federale, ci aveva rilasciato una lunga intervista, già pubblicata a spezzoni prima del Join the Game e prima del blocco dei tesseramenti di alcuni giocatori extracomunitari. Ma il presidente parlava anche di altro, soprattutto al riguardo del CTF stesso: «Negli ultimi anni, nessuno può accusarci d’aver assicurato al CTF personale non qualificato: abbiamo il meglio che il panorama cestistico regionale ci consenta di impiegare. Debbo dire che nutro una buona dose d’ottimismo nelle società: c’è voglia di crescita e di lavorare con un certo metodo, sulla base delle indicazioni dei nostri tecnici, i ragazzi stanno facendo dei passi avanti. La femminile ci ha dato più soddisfazione l’anno scorso, quest’anno mi dicono che i 2003 sono sicuramente un bel gruppo e possono dare delle soddisfazioni. L’importante è che si catalizzi quanto fatto e si creino dei ragazzi di valore. Non possiamo sempre pensare di prendere ragazzi da altre regioni, dobbiamo crearceli in casa. Noi come CR vogliamo puntare sui nostri giovani».
Non c’è solo un bilancio da fare, ma anche la necessità di guardare avanti: «Vogliamo già vedere i 2004 e fare come nella scorsa stagione – prosegue il presidente –, lavorando a cavallo dei due campionati. I talenti vanno cercati nelle piccole società a cui bisogna dare più attenzioni. Si fanno tanti sacrifici, e i nostri CTF possono servire anche di buon auspicio per il loro lavoro. O cresciamo tutti insieme o non cresceremo mai. La macchia di leopardo non basta, bisogna riconquistare le piazze perse. Noi vorremmo fare un CTF d’alta specializzazione stabile che ci consenta di fare un lavoro qualificato, la federazione ne sta facendo tre nazionali. Vorremmo farne uno simile in prospettiva non remota. La Sicilia è la regione più grande d’Italia e da sola basta a fare sistema».
Altro tema caldo è quello dei Pao, il programma di aggiornamento degli allenatori, associato proprio al Ctf a inizio mese: «I PAO si sono burocratizzati – si rammarica Caruso – invece di essere un momento di aggiornamento: non è il modo migliore. Devono essere dei momenti importanti di qualificazione dei nostri tecnici, ma non per parlare dei massimi sistemi, bisogna imperniarli sul modo di far crescere le capacità dei ragazzi e non su tattiche che servono a pochi. Il lavoro dei CTF è foriero di questo tipo d’impostazioni. Bocchino è responsabile della formazione per dare un’impostazione omogenea e senza sprechi».
Roberto Quartarone
Twitter: @rojoazul86
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