Il lavoro in banca e la cartolina del precetto militare… La rimonta contro la Romania e la medaglia mancata…
Sandro Spinetti è nato a Roma l’8 ottobre 1940. Ha cominciato a giocare a basket a 12 anni nel Collegio San Giuseppe, entrando così nelle giovanili della Stella Azzurra, allenate da Francesco Ferrero (ex tecnico della Nazionale per un brevissimo periodo nel ’53). Esordì in prima squadra, e in serie A, nel ’58, trovando qui come allenatore Tonino Costanzo, ex pivot azzurro (aveva disputato gli Europei del ’55 e del ’57). Spinetti rimase a Roma con la Stella Azzurra fino al ’69, poi si trasferì a Cagliari, vestendo per cinque stagioni la maglia della Brill. E in Sardegna si sarebbe stabilito definitivamente. Alto 1,90, era un’ala con buona predisposizione al tiro; nel ’65 giunse secondo nella classifica marcatori della massima serie, alle spalle di Paolo Vittori. Nella Nazionale maggiore ha disputato l’Europeo del ’65 a Mosca; ha fatto più volte parte della Nazionale militare.
“La mia partecipazione agli Europei del ’65 avvenne per una serie di coincidenze. Giocavo a Roma con la Stella Azzurra, ma avevo anche il mio lavoro in banca, e a quei tempi eri costretto a fare entrambe le cose. Il problema era che la mia banca non mi dava mai il permesso per assentarmi per un periodo così lungo come quello che prevedeva una manifestazione internazionale… Nel ’63 avevo dovuto rinunciare alla chiamata per Wroclaw proprio per questo motivo; senza contare che nel ’61 avrei dovuto far parte di una sorta di Nazionale sperimentale per l’Europeo di Belgrado, ma all’ultimo momento la Federazione decise di dare forfeit… Nel ’65 mi arrivarono, nella stessa giornata, il telegramma di convocazione per Mosca e la cartolina del precetto militare. Fu la mia salvezza! Avevo infatti tutto il diritto di abbandonare il lavoro per il servizio di leva, e a quel punto mi venne incontro il Colonnello Picchiottini (il responsabile della Nazionale militare) che mi fece passare dall’Esercito all’Aeronautica, dove ottenni il permesso per partire…”
“Potei così finalmente debuttare in un Europeo! Paratore mi fece entrare in campo per qualche minuto già nella prima partita contro i colossi dell’Unione Sovietica: perdemmo nettamente, ma la soddisfazione di mettere a segno 5 punti me la presi… Poi feci altri frammenti di partita e qualche altro canestro; ricordo quelli contro l’Ungheria e la Germania, quando entrai nel quintetto base… Mi è rimasta impressa la rimonta contro la Romania: la guidò Cescutti con i suoi 18 punti, e io mi diedi da fare a recuperare qualche pallone in difesa…”.
“Potevamo vincere tranquillamente una medaglia, quella volta; penso ancora alla sconfitta di 1 punto con la Jugoslavia… Comunque, il quarto posto era molto meglio dei piazzamenti che l’Italia aveva rimediato da non so quanto tempo… Per me, in ogni caso, fu un’esperienza unica…”.
a cura di
Nunzio Spina
Lascia un commento