La rielezione di Sangiorgio, in mezzo alla bufera… Il minimo indispensabile… Nessun fronte d’opposizione, ma si apre un dibattito con Spadaro…
Michelangelo Sangiorgio è stato rieletto presidente della FIP Catania, da candidato unico. 2004, 2008, 2012: a parte il primo anno, quando si presentò da outsider contro Gianni Di Maria, nessuno è riuscito a presentare un candidato alternativo e proprio della compattezza del movimento catanese il dirigente del Cus ha fatto sempre una bandiera. Tuttavia dopo la sua mancata elezione alla carica di presidente regionale e la successiva respinta del ricorso alla Corte d’appello federale, il fronte etneo si è incrinato e proprio cinque società (su 38) hanno fatto da ago della bilancia a favore di Riccardo Caruso.
Nell’ultimo quadriennio la FIP provinciale ha fatto il minimo indispensabile, complice la chiusura dell’ufficio gare. Due aspetti in particolare non sono da sottovalutare: il basket d’alto livello rimane un ricordo (l’esperienza dell’A2 femminile è stata fugace, anche se a livello senior si sta trovando nuova linfa con il progetto dell’Alfa) e la lontananza dalle istituzioni cittadine e provinciali. Quest’ultimo aspetto si è visto sia nel mancato invito della FIP all’inaugurazione di due playground (Zaccà e Guarnaccia) sia nella situazione campi nel capoluogo, con il PalaGalermo abbandonato e il PalaCatania indisponibile più di quanto sia a disposizione. Sulla questione campi, Sangiorgio si è visto solo per sporadiche proteste, ma di dialogo o di azioni concrete non si è visto molto. È vero anche che vari centri sono tornati sulla mappa cestistica.
In più questa riconferma arriva in un periodo di bufera per il presidente sul fronte interno del Cus Catania, esploso con la cessione all’Alfa di Luciano Abramo: il dirigente è accusato di essersi arreso già alla retrocessione e gli viene chiesto, nemmeno troppo velatamente, un passo indietro. Più importante ancora è il riferimento a «iniziative… mirate ai propri interessi personali», più che al bene della prima squadra, che già a inizio campionato era stata costruita senza velleità.
D’altro canto, Sangiorgio è l’unico che si sia voluto prendere la briga di candidarsi alla presidenza provinciale: l’opposizione sembrava volesse muoversi, ma alla fine nessun altro si è presentato, denotando comunque la mancanza di una figura forte che possa prenderne il testimone e cercare di cambiare passo.
Qualcosa di nuovo ha detto Antonio Spadaro, dirigente del Basket Giarre. «Abbiamo appoggiato il presidente Caruso – ha spiegato nell’intervista di Alfio Grasso per Radio Zammù – e si è venuta a creare una situazione anomala: siamo la provincia con il maggior numero di votanti, ma siamo senza nemmeno un consigliere. Dobbiamo cercare di aggregare la provincia di Catania, ci sono troppe rivalità. Alle elezioni provinciali si è ricandidato il vecchio presidente, ma questa non è la mossa giusta: il rinnovamento non parte dal presidente uscente. A Catania ci sono tante persone valide che si spendono, bisogna cambiare rotta: il cambiamento passa da figure nuove».
Per ora, si andrà avanti con la continuità. Ma l’intervento di Spadaro potrebbe almeno aprire un dibattito, anche per capire se c’è interesse a cambiare o se vada bene a tutti andare avanti con lo stesso andazzo: sarebbe ora. In bocca al lupo presidente, sta arrivando un periodo diverso?
Roberto Quartarone
Twitter: @rojoazul86
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