Dai tempi del Cus alla femminile… I successi di Muti, Martino, Pace, Riolo, Viola… Il seme del San Filippo Neri e la storia dell’Olimpia… «Il focus è sui giovani, grazie a mio figlio Mattia e a Di Piazza»…
Carmelo Viola è il coach catanese in attività più longevo: tessera numero 1033, stampata dalla FIP nel giugno 1972. «Il corso per allenatori era organizzato a Marina di Ragusa, con tutti gli aspiranti da Roma in giù. Il formatore era Gianfranco Benvenuti e sono riuscito ad ottenere il brevetto. Quello è stato il mio primo bivio: ho deciso a quel punto di smettere di giocare e dedicarmi solo all’allenamento». 34 anni dopo, Viola può guardarsi alle spalle e rivedere tanti anni, successi, delusioni e un presente tutto concentrato sui suoi promettenti ragazzi nati dopo il 2002. Ripercorriamo insieme la sua storia, complice il premio ricevuto dalla FIP Sicilia per la sua carriera, al memorial Ancione di Ragusa.
«In realtà, allenavo già da quando avevo 17 anni – prosegue Viola, nato nel 1951 –. A quell’epoca frequentavo l’Istituto tecnico Gemmellaro, avevo come professore di educazione fisica Gianni Di Maria, che di pomeriggio alla palestra Enrico Toti mi aveva fatto entrare nella squadra del Cus Catania. Intanto ho iniziato anche a seguire le ragazze e nel 1971 ho fondato l’Aics De Felice insieme a Gianni Dupplicato, che ne è diventato presidente».
La sua carriera da giocatore non è lunga ma ha qualche spunto d’interesse. «Con i miei compagni di scuola – ricorda – facevamo i campionati studenteschi e sfidavamo lo Spedalieri di Alfredo Cazzetta, da cui sarebbe nato lo Sport Club. Da noi invece si sarebbe costituito il Cus, a cui si sarebbero uniti altri dal Gad Etna o dallo Sport Club. Era una squadra dalle grandi potenzialità, che sfidò nel campionato allievi la Crispi Ragusa dei giovani fratelli Gebbia. Da senior abbiamo iniziato in Promozione, che vincemmo e andammo in Serie D, in un girone interregionale siculo-calabro».
L’esperienza della Serie D con il Cus Catania durò appena due stagioni. «Il padre di Pippo Mangiù ci sponsorizzò come Ultimoda – prosegue – e tutti noi ricordiamo quegli anni. In particolare ricordo una trasferta a Trapani, contro la squadra fortissima dei fratelli Vento e di Magaddino: partenza alle 6:30 con l’aereo Catania-Palermo (20 minuti di volo), in macchina a noleggio fino alla palestra di Trapani, partita alle 11 e sconfitta preventivata, ritorno in macchina e aereo, alle 15:30 eravamo a tavola a Catania!»
Quella squadra non era da tuoni e fulmini, ma tra gli altri c’erano Floridia, Gibilterra, Gambadoro, Piero Viola, Azzola, Carbone… «Giocavamo al PalaSpedini – vanta Viola – il miglior impianto del Sud Italia, ce lo invidiavano tutti! L’organizzazione era impeccabile, ma i soldi non sono bastati più e così noi ci siamo trasferiti in blocco al Leonardo da Vinci, nel 1972. Io però ho deciso di passare ad allenare le ragazze dell’Aics».
La formazione che prendeva il nome dal De Felice si contende con le ragazze del Cutelli la supremazia cittadina, in un contesto molto ristretto, dopo la fine dell’esperienza della Serie B affrontata dal Cus di Di Maria. «Abbiamo cominciato con le sorella La Rosa, Formosa, Campagna, Adorni, Caliò – riprende Viola –, abbiamo avviato il centro di avviamento sportivo, ci siamo iscritti alla Promozione e infine alla Serie C, c’era anche Manuela Muti che ha fatto il campo di alta specializzazione di Bormio. Ho fatto una parentesi all’Eurogomma, sponsorizzata dalla famiglia di Formosa. Dopo un anno sono andato però in collisione con la squadra, ma prevedevo che non sarebbero durati molto. Dopo il mio ritorno all’Aics, l’Eurogomma ha lasciato. Si è però sviluppata la rivalità tra noi e La Vedette».
Nell’estate 1977 cambiano molte cose: Aics e La Vedette cambiano nome in Cstl Basket e Polisportiva, si rilancia l’interesse verso la pallacanestro rosa. «Dupplicato ha trovato uno sponsor vicino all’area socialista – afferma Viola –. Sono venute Katia Bruno da Ragusa, Maru Marzetti, Ivana Mattiolo e Lucia Filippone da Palermo. Dopo un torneo a Malta, abbiamo affrontato la Serie C per vincerla. L’esperienza però è bruttissima: tutto il campionato è spalla a spalla con Priolo di Santino Coppa. In trasferta abbiamo perso di tre in una serata ghiacciata, nel campo all’aperto; in casa abbiamo vinto di uno. Loro hanno perso però a Palermo e noi avremmo potuto vincere il girone, ma invece in casa contro le palermitane ci siamo fatte superare di due punti, ricordo ancora quella domenica. Così noi siamo rimaste in C, loro sono andate avanti». È uno sliding doors che avrebbe portato la Trogylos in Serie A e alla vittoria dello scudetto nel giro di dieci anni, mentre Viola sarebbe uscito dall’ambiente.
«Così sono tornato alla maschile – Viola volta pagina –, dal 1978 al 1983 sono stato al Roomy Club dove ho lanciato Mimmo Pace e Massimiliano Martino, entrambi scelti per la selezione regionale tra i ’66 e i ’68. Ho riprovato con la femminile con la Simonato, che ho costruito con molte ex Cstl Basket, Sandra Nicolini da Ragusa ed Elena Messina da Siracusa. È stata un’altra brutta esperienza: dopo aver vinto il girone di Promozione, abbiamo perso lo spareggio a Messina contro l’Orlandina. Ero deluso dalle decisioni dirigenziali, così sono andato via e loro sono durati solo un’altra stagione».
Era il momento di ripartire da zero, dalle giovanili, come Carmelo Viola ha fatto tante volte. «Nel 1984 riparto dal centro d’addestramento dei salesiani. Fino al 1995 facciamo giovanili e Promozione come San Filippo Neri, giocano anche vecchie glorie come Piero Spanò e Carlo Marino, si forma quel gruppo che farà da base per la Mens Sana Mascalucia. Poi decido insieme a Franco Papa di fare qualcosa di nostro: fondiamo l’Olimpia Basket Battiati».
A dicembre, si sono festeggiati i 20 anni della società biancorossa, un modo per ripercorrere la storia di una squadra che ha disputato dal 1997 al 2012 la Serie C2 e la Serie D e da quattro anni è ripartita dalle giovanili. «Partiamo con i senior appena apre il PalaBattiati – ripercorre Viola – e in Serie C2 abbiamo fatto molti campionati interessanti. Tra le vittorie che ricordo meglio ci sono quelle ad Adrano contro la squadra di Pippo Borzì e a Vittoria contro la squadra di Mario Pozzo. Ora, il focus è solo sui giovani, grazie a mio figlio Mattia e all’apporto che da quest’anno dà Gabriella Di Piazza. Le tre formazioni giovanili e il minibasket sono il nostro futuro».
Tra i giocatori svezzati da Carmelo Viola a Sant’Agata li Battiati, due hanno avuto grandi risultati, senza però avere una lunga carriera senior. «Roberto Riolo, classe ’92, ha disputato il Trofeo delle Regioni nel quintetto base, poi però un infortunio lo ha limitato. E poi c’è Mattia: nel 2002 è stato al Jamboree nazionale a Sanremo, con i migliori 10 siciliani, e poi è stato nella selezione del Trofeo delle Province. Era la prima edizione, sono riuscito a trovare un accordo per fare una squadra eterogenea. Nel girone, abbiamo vinto su Enna e perso contro Agrigento, ma siamo stati ripescati come migliore seconda. In semifinale, si gioca contro Messina: partita punto a punto, sul 32-32, a 10” dal termine, Mattia prende palla e s’invola, subisce fallo e fa 2/2 dalla lunetta. In finale contro gli agrigentini, tra cui Oriana Milazzo, ci sono mancate le energie, ma è stata una bellissima manifestazione».
Oggi Carmelo Viola è responsabile del settore giovanile dell’Olimpia Battiati e anima della società. Il premio ricevuto è solo un sorriso in più in una lunga carriera: «Quando è stato istituito il programma di aggiornamento obbligatorio, mi hanno esentato perché in pochi vantano 34 anni di carriera. Ora sono convinto solo che bisogna formare la base giovanile, è questo l’unico modo per restare, per non scomparire. I ragazzi su cui lavorare ci sono, andremo avanti su questa strada, è l’unica giusta», sorride Viola, coach dalla carriera e dal carattere d’acciaio.
Roberto Quartarone
Twitter: @rojoazul86
Gentile Roberto,
con tutto il rispetto per la tua persona e per i tuoi articoli, quasi sempre precisi ed attendibili, il quasi sempre desidero precisare si riferisce al fatto che in qualche occasione ho riscontrato talune manchevolezze nel raccontare alcuni fatti, detto ciò gradisco precisarti che la Tessera più “Anziana” o “Veterana” della Provincia di Catania e non sò delle altre è la n. 1031 che mi Onoro di affermare essere la Mia cioè quella del Prof. Filippo Galatà. Non comprendo come mai l’ex Presidente Riscifina sia potuto incorrere in tale inesattezza, prima di fare simili affermazioni bastava informarsi presso il CNA regionale, l’ex Presidente ha premiato la persona sbagliata. Mi auguro che il neo Presidente Caruso riscatti l’inesattezza dell’ex Presidente.
Non mi è mai piaciuto ” Apparire”, pertanto pochi ne sono a conoscenza.
A disposizione per ogni altra notizia, Prof. Filippo Galatà.