Intervista al presidente della Polisportiva Alfa dopo la promozione… Di Masi, la squadra, il palazzetto nuovo, le alleanze, il pubblico, gli sponsor…
Il 16 aprile 2016 rimarrà una data importante nella storia della Polisportiva Alfa: la conquista della massima serie regionale davanti al proprio pubblico, dopo quattro anni al vertice tra Promozione e Serie D, è stata l’apoteosi alfista, coronamento di un lavoro pluriennale e punto di partenza per i prossimi anni.
«Non era la Serie D degli scorsi anni – afferma il presidente Nico Torrisi –, ma un campionato intermedio tra le C2 e la D dello scorso anno. Noi invece siamo cambiati perché si è concluso il primo quinquennio di attività, siamo giovani e abbiamo concluso il rodaggio. Finora abbiamo disputato una serie di campionati sorprendenti, mancando la promozione in C lo scorso anno solo per quel bizzarro regolamento e perché la nostra filosofia ci impone di non chiedere il ripescaggio. Vogliamo conquistare le promozioni sul campo».
Dunque quest’anno è andata come ve lo aspettavate?
«Abbiamo fatto ciò che voi vi aspettavate: la stampa, i tifosi, gli addetti ai lavori. Non ci siamo mai nascosti: la società aveva fatto una squadra per la promozione. Ai ragazzi e agli allenatori devo dire bravi, perché c’era chi diceva che eravamo illegali per la D, e quando ci sono queste pressioni puoi solo perdere, chi ha fatto sport lo sa. Non è vero che non ci fossero altre squadre forti: Capo d’Orlando e Alcamo sono state squadre rispettabilissime, ma anche anche Adrano ha dato filo da torcere a Messina. Ma sul campo abbiamo dimostrato di essere i più forti».
Il successo parte dall’allenatore, Davide Di Masi.
«Davide è stato una meravigliosa invenzione. Mastica pane e basket da sempre, lo stimo e lo conosco da quand’era giocatore. Ne ho fiducia e stima come istruttore minibasket, settore che viene prima di tutto per noi e insieme alle giovanili è il tassello più importante. Guardando al suo curriculum da allenatore è difficile immaginare un filotto più vincente: ha vinto ogni anno, una Promozione e tre Serie D. È stato bravo a gestire la pressione, senza avere alle spalle altre esperienze ha portato al traguardo una stagione in cui aveva tutti gli occhi addosso. Ho visto crescere il suo lavoro: qualche errore ci sta, ma l’ho visto maturare, sia professionalmente che nella gestione del gruppo, ben coadiuvato da Salvo Taormina, grandissimo cestista e bella persona, che dimostra attaccamento».
Quali giocatori sono stati la sorpresa?
«Per me, le scommesse erano M. Pennisi e Licciardello, ora passo all’incasso della scommessa: sono bravissimi ragazzi, che pur affrontando a 20 anni momenti turbolenti di crescita, hanno dimostrato di poterci stare e continuare a starci. Ma cito tutti: Arena, applauso per l’intelligenza dimostrata, dopo esser stato accolto fraternamente; Marino, colonna portante, giocatore esemplare; Saccà, che ha sputato sangue, commovente; A. Pennisi e Puglisi, entrambi un concentrato di cuore e grinta, cazzuti, a un esame urologico non avrebbero difficoltà; Vetrano, che dà punti importanti e allegria, e vorrebbe giocare 45’; Gottini, che è Gottini, non si discute, piace o non piace… ma a noi piace e pure molto; Catotti, generosissimo ed elemento di gruppo; Famà che non ha solo qualità tecniche, ma anche come allenatore è molto intelligente; White, un valore aggiunto, 10 e lode alle sue qualità umane prima che cestistiche, perché si è saputo integrare. Do infine 10 a Carbone, progettista silente e saggio dell’Alfa, e a Litrico, che ha più irruenza di lui ma è nello stesso solco; infine grandissimi anche i dirigenti D’Antone e Politi e il medico Alfrè».
Un giudizio sul coinvolgimento della gente?
«È un orgoglio avere riportato tanti appassionati al palazzetto nella tribunetta omologata per 250 persone. Ma al di là di chi è tornato, cioè le vecchie glorie, i curiosi e anche i cucchi, sono felice perché è venuta tanta gente nuova. La grande soddisfazione è vedere bambini con famiglie. Abbiamo riservato i posti centrali per gara-3 per i bambini ed è un motivo di vanto. Tante persone hanno dato un contributo e ringrazio gli sponsor che sono stati contenti d’aver partecipato; ora li stresserò per il prossimo anno! Hanno visto che s’è fatto sport, creando cultura sportiva e lavorando per i giovani. L’obiettivo della prima squadra è far divertire il pubblico».
A inizio stagione si parlava di un palazzetto nuovo…
«Il palazzetto è un nostro pallino: il Leonardo da Vinci è e resta casa nostra, ci resteremo a lungo. Ma stiamo pensando di fare un palazzetto, abbiamo visto diversi terreni, ma non è una cosa che dobbiamo fare in un giorno. Vogliamo stare a Catania, immaginando un’altra casa da affiancare alla nostra».
Come si andrà avanti con le sinergie?
«L’aspetto piacevole è che abbiamo una storia fratellanza con l’Acireale di Paolo Panebianco e di collaborazione strettissima con il Cus Catania, che raggiungiamo in C. Continuerà un rapporto molto stretto con loro. Non c’è dubbio che siamo disposti a collaborare con tutti, senza la sindrome del primo della classe, non abbiamo la pretesa di dire che saremo i più bravi. Il progetto va avanti. Non ci saranno difficoltà. Tra tante soddisfazioni, registro anche qualche gastrite di troppo di altri soggetti, però ci sta».
Quali sono i prossimi passi?
«Il prossimo anno ci impegneremo in Serie C e vogliamo regalare spettacolo e soddisfazione agli spettatori, con l’obiettivo di mantenere la categoria. Il progetto Alfa va avanti e cresce, ma crediamo nella gestione familiare. Dunque il grazie più grosso va fatto a tutti quelli che ci hanno aiutato dall’inizio, i giocatori del passato (come Nino Valenti) e quelli di oggi, vogliamo che restino al nostro fianco, è un progetto che non lascia per strada nessuno. E infine il grazie va a tutti quelli che hanno fatto con noi minibasket e basket giovanile: Davide Di Masi, Daniela Sgrò, Enrico Famà… i giovani sono il focus. Vogliamo essere esemplari nell’atteggiamento con la gente».
Già la pianificazione della stagione 2016-’17 è iniziata: sarà un’estate molto appassionante per la Polisportiva Alfa.
Ecco i protagonisti alfisti, con presenze, punti e pagelle della stagione:
- MATTEO GOTTINI (21, 345): esperienza al servizio della squadra, leader decisivo. 9
- ENRICO FAMÀ (21, 197): è tornato dopo l’infortunio ed è stato monumentale. 9
- ALBERTO PENNISI (21, 96): sempre pronto a dare il suo buon contributo in corsa. 7,5
- LORENZO VETRANO (20, 217): si diverte a dimostrare che ancora domina in D. 8
- MATTEO LICCIARDELLO (19, 164): rinato, partendo dalla panchina spesso decisivo. 8
- ANDREA SACCÀ (18, 137): capitano generoso, guida con carisma la squadra. 8,5
- MARCO PENNISI (18, 107): bruciante sullo scatto, semina panico in attacco. 8
- FRANCESCO MARINO (17, 102): sempreverde, torre e trascinatore dei compagni. 8
- GABRIELE PUGLISI (15, 70): il migliore dei ragazzi di Prima Divisione, giusto spazio. 7,5
- LORIS CATOTTI (15, 49): sempre atletico e scattante, buon contributo in difesa. 7,5
- KORE WHITE (9, 201): il Godzilla della Florida ha dominato il pitturato, immarcabile. 8,5
- DANIEL ARENA (5, 27): presente solo in post season da protagonista assoluto. 9
- Hanno giocato anche GIANLUCA D’AGOSTINO (3, 3), LUCA MARCHETTA (2, 1), VINCENZO ALFRÈ (1, 0), DANIELE CONTI jr (1, 2), DANIELE CONTI sr (1, 2), GIORDANO SPADARO (1, 1).
- DAVIDE DI MASI: non tutti i piloti vincono un gran premio con la macchina più potente. Lui è riuscito a trovare la chimica giusta in una squadra di campioni. 9
Roberto Quartarone
da La Sicilia
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