Superati gli «esami»… Alcamo squadra buona ma corta… Arena, M. Pennisi, White e Gottini protagonisti, ma è la squadra che spicca… Tanti flash da ricordare… Dal passato al futuro…
Alfa-Balestrate 81-67
Parziali: 20-13, 36-25 (16-12); 58-46 (22-21), 81-67 (23-21).
Leonardo da Vinci di Catania, 16 aprile, 18:30
Polisportiva Alfa Catania: A. Pennisi, Catotti, Gottini 16, Saccà 2, Marino ©, Famà 4, Vetrano 7, Licciardello 9, Puglisi ne, M. Pennisi 10, Arena 11, White 22. All.: Di Masi. Vice: Taormina.
Lipari Consulting Balestrate/Alcamo: Bottiglia 16, Calò 14, Russo 4, Ventimiglia 3, Andrè 9, Altadonna 2, Tagliareni 16, Valenti ©, Ajola 3, Agrusa ne, Blunda ne, Vesco ne. All.: Ferrara. Vice: Chimenti.
Arbitri: Mucella e Di Bella. Udc: Famoso, Delle Vergini e Ursino.
Alcuni flash della gara-3 di finale di Serie D rimarranno per anni nella memoria di chi è riuscito a vedere la partita al Leonardo da Vinci: il dominio dell’Alfa su Alcamo, la tribunetta piena, l’esultanza in campo, il taglio della retina, la felicità di chi ha seguito la squadra campionessa dei play-off di D. Gli esami di cui si parlava in estate sono stati superati a pieni voti, il quintetto di Davide Di Masi ha conquistato la Serie C Silver!
La chiave è stata una difesa sempre intensa e attenta e una prestazione di squadra che ricorda tanto gara-1, in cui tutti hanno contribuito alla causa. Daniel Arena, mvp alfista delle tre partite finali, è sceso in campo da leader difensivo e cervello offensivo di livello nettamente superiore: non dimostra i 20 anni compiuti proprio sabato! Marco Pennisi, inserito in quintetto, è protagonista della prima parte della gara, quando ha propiziato lo strappo mai più recuperato. Ci sono Ricky White e Matteo Gottini, gli uomini di maggior caratura tecnica, che fanno il loro compito da trascinatori pur giocando per la squadra, sempre presenti nei momenti di minor lucidità dei compagni.
E poi Andrea Saccà, Enrico Famà, Matteo Licciardello, Lollo Vetrano, Francesco Marino, Loris Catotti e Alberto Pennisi, a cui tocca più lavoro sporco, con i rientranti Licciardello e Marino che ribadiscono tutta la loro volontà di essere protagonisti. In panchina, l’abbraccio finale tra Di Masi e Taormina ha suggellato anche un lavoro dietro le quinte impagabile: riuscire a tenere unito e motivato un gruppo con tanti elementi di qualità è un traguardo non da poco. Non sempre chi guida la macchina più potente vince il gran premio…
Alcamo ha dato la stessa impressione dell’altra apparizione al Leonardo: una buona squadra, talentuosa, ma corta. André è stato stoico a riprendere il suo posto in campo dopo l’infortunio, Calò e Tagliareni hanno confermato le loro doti balistiche, ma le percentuali al tiro sono rimaste basse e anche il nervosismo ha giocato a sfavore (l’espulsione di Russo Tiesi sia d’esempio). Ben diverso è ciò che s’era visto ad Alcamo, ma dà anche una conferma che sono stati degli episodi a bloccare gli alfisti al PalaTreSanti: sabato la superiorità non è stata in discussione.
Di questa serata di gloria ci saranno da ricordare anche la dedica di capitan Saccà al papà Filippo, scomparso a gennaio, e la presenza di tanti e tanti giocatori del passato in tribuna (solo pochi esempi: Gianni Di Maria, Diomede Tortora, Piero Spanò, Carlo Marino): sono un ideale trait-d’union tra passato e futuro. Se si riescono finalmente a coinvolgere tutti gli appassionati di basket in città, ecco che saranno messe le basi per quei progetti ambiziosi presentati da Nico Torrisi a inizio stagione: una squadra forte per il futuro, il palazzetto di proprietà, un settore giovanile che crei giocatori e anche l’ambiente, che con il suo esempio positivo possa attrarre altri sponsor. Questi sono solo alcuni degli ingredienti che possono servire per sperare in un futuro cestistico che non sia più confinato solo alle coste della Sicilia.
Roberto Quartarone
Twitter: @rojoazul86
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