La rinascita mensanina di Salvo Gulinello

La storia della guardia cresciuta nel Gravina… La corsa per la salvezza con Mascalucia… «Spero di passare l’etica del lavoro ai ragazzi, il progetto è bellissimo, spero di giocare ancora qualche anno»…

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Licciardello marca Gulinello (foto G. Lazzara)
Licciardello marca Gulinello (foto G. Lazzara)

Quando è arrivato alla Mens Sana MascaluciaSalvo Gulinello era alle soglie dei trent’anni, aveva raccolto grandi successi in Serie C2 con la maglia del suo Gravina, società che a lungo ha contato sulle sue mani per svettare nel massimo campionato regionale e salvarsi in C1. Guly ha trovato motivazioni e voglia, scoprendosi come guida in campo per i giovani cresciuti negli anni da Giorgianni, da Santangelo e dallo staff dello squalo mensanino.

«Mi trovo benissimo nel progetto – spiega oggi, alla vigilia delle tre decisive sfide per la salvezza contro Piazza Armerina, Priolo e Aci Bonaccorsi -. Essendo tra i pochi “grandi” ho una certa responsabilità, perché i ragazzi del ’99 e ’00 sono davvero piccoli. È un bel progetto, pochi di quelli che hanno detto che avrebbero puntato sui ragazzi l’hanno fatto davvero. Il campionato però è difficile, sta andando bene, ma tutti si sono rinforzati e noi no, Acireale è un esempio. La classifica è corta, il campionato è cortissimo, se perdi uno scontro diretto non lo recuperi più. Però noi ci proviamo!»

La Mens Sana si è affermata negli ultimi tre anni tra quelle che maggiormente cercano di dar spazio ai propri giovani in prima squadra, complice un’Under-18 di qualità. «Gabriele Giorgianni è un allenatore che tiene molto ai particolari – prosegue Salvo -, è per questo che è un grande riferimento per questi ragazzi. Si è tolto tante soddisfazioni con la prima squadra, ora non fa sfracelli, ma è un allenatore che studia l’avversario. Tra tutti quelli che ho conosciuto è uno dei migliori conoscitori della pallacanestro».

Salvo Gulinello (foto Cefalusport)
Salvo Gulinello all’All-Star Game 2013, in cui è stato anche inserito nel quintetto ideale (foto Cefalusport)

A questo punto, Gulinello dovrebbe dare qualche suggerimento sui giocatori su cui fissare gli occhi nelle prossime partite: «I ragazzi sono tutti su cui puntare – risponde, ovviamente -, non puoi dire che c’è uno più promettente di un altro. Sta andando bene Enrico Pappalardo, che però si è infortunato con l’U-18 contro Giarre: è sfrontato, non ha paura. Così come Federico Ferrara e Giuliano Zafarana, sono tanti quelli che possono fare bene a questi livelli».

Salvo Gulinello è cresciuto molto negli ultimi anni: classe 1983, ha avuto modo di limare alcuni spigoli caratteriali e soprattutto ha capito quei punti di forza che possono servire ai giovani per imparare da lui. «Posso trasferire l’etica del lavoro, che mi riconoscono tutti. La pallacanestro oltre che una passione infinita, è un impegno: faccio di tutto per essere presente a tutti gli allenamenti e a tutte le partite e per dare il massimo. L’importante è l’allenamento, la partita è il frutto dell’allenamento». A Mascalucia  si è guadagnato anche l’aggettivo sorridente“, per la calma che ormai mantiene: «Giorgianni e Santangelo mi hanno spinto a mantenere la calma! Una volta ero più focoso, a Gravina c’erano cinque-sei più grandi di me ed erano loro che dovevano tenere insieme la squadra, ora sono io che non devo impazzire! E quindi provo a limitarmi».

Salvo Gulinello ai tempi della C1 a Gravina (foto G. Lazzara)
Salvo Gulinello ai tempi della C1 a Gravina (foto G. Lazzara)

Il giocatore mensanino può dare una sua opinione sulla situazione attuale del basket a Catania: «Purtroppo dico che rispetto a tanti anni fa il livello della pallacanestro a Catania è sceso tantissimo. Non so se sia colpa dei parametri, della crisi… ma per me il brutto è che a marzo finisce il campionato, è assurdo. 16 partite in un campionato è allucinante, incide sui ragazzi. I ragazzi fanno U-18 e U-16, ma la prima squadra è diversa. Il movimento è vivo, ma il concetto è vedere cosa succederà fra qualche anno. Il concetto di base di tutti è partire dai settori giovanili, non puntare più solo sulla prima squadra che non ha basi. Ciò che è stato fatto sempre a Gravina».

Finora Gulinello ha giocato 63 partite con la maglia della Mens Sana (1.065 punti totali), con un anno in C2 e tre in Serie D. Prima però ha legato il suo nome al Gravina: 3.384 punti (terzo assoluto nella storia dello Sport Club) e 351 presenze (secondo assoluto dietro Cavazza), sempre tra C2 e C1. «Ho giocato sempre a Gravina – ricorda -, per me sono tanti i ricordi belli e positivi di quel periodo. Ricorderò sempre l’esordio con Peppe Foti, che mi fece entrare per 15″ in una semifinale play-off, eravamo sotto di uno e vincemmo grazie a una mia tripla: non capii niente in quel momento! La promozione del 2011 fu molto particolare: gara-1 decisa allo scadere, gara-3 con 27 punti miei... Da Gravina non me ne sarei mai andato, era la mia società. Poi le strade si sono separate. Per loro è andata bene così, probabilmente anche per me»In realtà c’è una terza squadra nel passato di Guli: «Ho giocato a 19 anni a Paternò, il Gravina era in C1 e Gaetano Russo mi consigliò di andare lì. Balbo mi fece giocare 40′ a partita e mi diede le chiavi della squadra, fu una bella esperienza».

Gulinello a fine anni duemila (foto R. Quartarone)
Gulinello a fine anni duemila (foto R. Quartarone)

Un accenno ai prossimi obiettivi della guardia mascalucese è obbligatorio: «Non mi vedo all’interno della pallacanestro come allenatore, magari come dirigente sì. Mi piacerebbe continuare a seguire, non penso di lasciare la pallacanestro. Vedremo nei prossimi anni, diventerò papà e quindi non so come cambierà il mio impegno. Voglio tirare in campo qualche anno, finché vogliono tenermi rimarrò!»

Poco prima di Natale, i lettori di Basket Catanese hanno incoronato Salvo Gulinello come personaggio dell’anno 2015, con una valanga di voti che lo hanno piazzato davanti a dei nomi più reclamizzati. «Mi è piaciuto tanto leggere i commenti di Gabriele Giorgianni o Davide Santangelo, perché sono attestati di stima che confermano che ora sto facendo bene, e quello di Giuliano La Mantia, che mi fa capire che ho lasciato qualcosa dove ho giocato. Questo vale molto più del titolo».

Proprio con l’augurio della guardia del Gravina si può chiudere il ritratto del suo ex compagno di squadra, di cui ha seguito le orme: «Vinci quando vuoi, Guli!»

Roberto Quartarone
Twitter: @rojoazul86

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