Intervista al playmaker in coincidenza con il ripescaggio dei gialloblù in Serie C Silver… «È l’anno giusto, ci sarà il salto di qualità perché la macchina organizzativa è pronta»…
Il Basket Giarre continuerà la sua avventura in Serie C e quest’anno l’entusiasmo che già da qualche stagione pervade l’ambiente gialloblù sarà rinfocolato dal ritorno di Pietro Marzo. Il playmaker, cresciuto nelle giovanili della società ionica e da anni girovago tra Serie B e Serie C, è reduce da una stagione tra Aquila Palermo e Vis Reggio Calabria ed è pronto a raccogliere la scommessa di guidare dal campo la squadra allenata da Pippo Borzì.
«La scelta di tornare a Giarre è dipesa da due fattori – spiega –. Il primo è dovuto al progetto della società, che ha chiesto il ripescaggio per affacciarsi alla C unica, che sostanzialmente ha i tratti della C2 ma è una C1. Il secondo motivo è coinciso con la mia scelta di vita, di ripartire dal territorio: ho deciso di non proseguire da semiprofessionista, dunque quale occasione migliore che ripartire da dov’è cominciato tutto? Sono 10 anni che sono in giro, tra Catania, Acireale, Racalmuto, Palermo e Reggio, sempre al vertice tra B e C1, con la vittoria del girone dello scorso anno e le finali ad Acireale. La scelta dipende anche dall’entusiasmo che vedo attorno alla squadra. Sono sereno e convinto: il presidente Spada, il dirigente Grasso e gli altri membri mi hanno messo al centro del progetto».
La C Silver è solo uno dei progetti che Giarre sta rincorrendo negli ultimi anni, dal momento del cambio di proprietà e del riavvicinamento con il CP Giarre. «Giarre ha sempre avuto un grande settore giovanile – prosegue Pietro –, creando un grande movimento, vincendo ogni anno almeno un campionato provinciale. Dopo la flessione di qualche anno fa, è cambiata la dirigenza: Spada e Grasso hanno avviato un progetto di ricostruzione giovanile. Ora Giarre sarà una delle squadre più antiche della C Silver, in un campionato che mancava dai tempi della Berloni negli anni ottanta».
È anche lo staff un punto di forza, un motivo in più che ha spinto Pietro a tornare a casa. «L’aver dato spazio a tecnici professionisti come Borzì e Di Bella, l’aver valorizzato le risorse come D’Angelo e Saggese, ha permesso alle giovanili di esprimersi con tutto il potenziale, aumentando numero ed entusiasmo, e ora lo sfogo è presentare la prima squadra alla Serie C Silver. È l’anno giusto, ci sarà un salto di qualità, la macchina organizzativa è pronta per una squadra più ambiziosa. Si andrà avanti passo dopo passo».
Ma l’impresa sarà dura, ci vorranno rinforzi adeguati perché la squadra che l’anno scorso ha chiuso settima in C2 dovrà mettere alle spalle quattro squadre per salvare la categoria. «Ci vogliamo porre come una matricola che farà affidamento alle forze locali. Il primo obiettivo è raggiungere la salvezza, il secondo essere la catanese meglio piazzata, non vogliamo essere da meno rispetto al Cus Catania e al Gravina. La società sta trattando due rinforzi, d’accordo con l’allenatore: li conosco bene e possono dare tanto per la categoria».
Ancora è presto, ma già Marzo ha un’idea su come sarà il torneo: «Cefalù sarà ancora tra le favorite: volevano fare la B e sono stati alla finestra fino all’ultimo. L’anno scorso li abbiamo battuti con la Vis ma hanno fatto un’ottima poule promozione. Anche Green Palermo, Canicattì, Costa d’Orlando, Patti e Siracusa si giocheranno le prime due-tre posizioni, mentre il resto delle squadre formerà un secondo troncone che lotterà per la salvezza, ma non mancheranno le sorprese».
Il ripescaggio di Giarre è quasi un passaggio di consegne con Acireale, che negli ultimi campionati ha rappresentato il vertice del basket catanese e ora lascia il posto proprio ai cugini gialloblù. «Sono stato cinque anni ad Acireale – ricorda Marzo, già capitano dei granata –, lì hanno raggiunto livelli che ancora sono lontani per Giarre. La società aveva un’impostazione pronta per la B e il passo indietro è transitorio, spero che riprenda presto il posto che merita. Non vedo un passaggio di testimone, perché Giarre si muove tra entusiasmo e piedi per terra, dopo aver cementato le giovanili. Ora ci aspettiamo il PalaJungo pieno!»
Roberto Quartarone
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