Parla la guardia delle rossazzurre, reggina “doc”… «Siamo tanti elementi diversi che fanno diventare la squadra imprevedibile»… «Spero che si continui e, perché no, si raggiunta la massima serie»…
Come si e’ ambientata una “reggina” d.o.c. come te dall’ altra parte dello stretto?
” Mi sono trovata bene fin da subito, Catania é sempre e comunque una città del Sud accogliente e con un magnifico clima proprio come la mia Reggio Calabria queste sono già delle ottime basi per star bene!”
Che motivazioni ti sta dando il nuovo progetto Olympia 68 Catania, che ti sta facendo vivere la Poule Promozione da protagonista principale?
“Seguo il progetto Olympia dalla nascita e ogni anno è stato sempre una grande emozione. Questo è stato un tantino differente poiché è il mio primo anno “fuori casa,” ma devo dire che é allo stesso tempo stimolante e gratificante, a maggior ragione quest’ultimo periodo durante il quale siamo riusciti a raggiungere la poule promozione.”
Nonostante la tua giovane età, puoi vantare già un’ esperienza importante ed entusiasmante come la convocazione in nazionale Under 20 a Cervia. Cosa ti ha lasciato dentro “la maglia azzurra”?
“Porto nel mio bagaglio diverse esperienze che hanno lasciato un segno profondo, tra cui l’esperienza in maglia azzurra. Sono dei momenti significativi che ti danno un motivo in più per continuare ciò che stai facendo, dando sempre il massimo; ti danno una piccola conferma che quello che stai facendo è giusto e ti danno speranza, ti fanno sognare per un attimo ad occhi aperti e ti fanno credere che le soddisfazioni, anche se piccole, arrivano!”
A questo punto della stagione, cosa miglioreresti nel gioco dell Olympia e cosa invece rappresenta secondo te il punto di forza?
” Sinceramente non penso sia compito mio trovare i pregi o i difetti nel gioco della squadra, però penso che la parola che possa descrivere in pieno l’Olympia Catania sia “imprevedibilitá”. Siamo tutti soggetti diversi con caratteri differenti, ognuno di noi ha una qualitá particolare ed è secondo me questo fattore “magico” che rende il nostro team imprevedibile.”
Come ti trovi in campo nel tuo ruolo?
“Mi trovo a mio agio nel mio ruolo, sinceramente io sono molto severa con me stessa e ogni volta non mi accontento di ciò che ho fatto, pretendo sempre di far di più sia per me stessa, ma soprattutto per la squadra. Ma in campo non ho nessun problema cerco sempre di essere presente, tutto qui.”
Quanto conta per te aver una famiglia così unita e presente alle spalle, nella vita e nel basket?
“La famiglia è la base della crescita di ognuno e io mi ritengo molto fortunata in questo Inoltre i miei genitori mi hanno insegnato i valori da seguire, l’abc di come approcciarsi alle situazioni di ogni giorno. L’interesse nel basket è quel qualcosa in più che ci rende ancora più uniti. Del resto una squadra cos’è se non una seconda famiglia?!”
Hai avuto tante richieste da vari college americani, ma hai scelto Catania. Perché?
“Purtroppo ci sono stati dei disguidi, ma in ogni caso non mi pento della scelta finale che ho preso anzi, tutt’altro. Come si suol dire “non tutti i mali vengono per nuocere””.
L’ hanno scorso hai disputato un ottimo campionato in A2 con l’Olympia Reggio Calabria. Qual è l’episodio più bello per te della scorsa stagione?
“Sicuramente e senza ombra di dubbio, la partita della salvezza! Nella quale tutte abbiamo dato il massimo pensando ad unico obbiettivo : vincere.”
Dove sogni di arrivare con l’Olympia Catania e dove pensi che la realtà ti porti?
” Come detto in precedenza, questo progetto l’ho visto nascere e mi piacerebbe che continuasse e perché no raggiungere la massima serie!”
Raccontaci la vittoria più bella e la sconfitta che ti ha lasciato più rabbia di questa stagione fino ad adesso.
“La sconfitta più amara è stata quella contro Viterbo, perché la ricordo come una partita che non caratterizza il nostro team. D’altro canto una tra le partite più soddisfacenti è stata quella contro Broni, dov’ è uscito il vero spirito di questa squadra, vincere dopo due tempi supplementari, fuori casa, non è da tutti! Inoltre amo le partite combattute, sono quelle più divertenti e dove ognuno pone il proprio tassello per raggiungere lo stesso e unico obiettivo. Ma la parte più bella è quando scorre l’adrenalina che si ha ancora in corpo alla fine della partita, ti fa sentire ancora più viva e ti fa crescere quella giusta fame di agonismo, non ne puoi più fare a meno! Questo è il bello di questo sport. È una droga!”
Addetto stampa
Maria Luisa Lanzerotti
Olympia Catania
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