L’ala grande della formazione di Serie A2 si racconta, dal raduno in Nazionale all’esperienza tra Reggio e Catania… «Per la Poule Promozione, la speranza è l’ultima a morire»… Un futuro da fisiatra…
1)Se ti dico Acqua Cetosa, Roma, Dicembre 2011, che mi rispondi?
“Dico esperienza fantastica e costruttiva! Una convocazione in nazionale è un onore e un orgoglio, sebbene fosse una sessione atta solo a testare nuovi individui. Un ricordo che porterò sempre nel mio bagaglio cestistico.”
2) Ti hanno sempre descritto come una giocatrice atletica, dinamica, divertente e con tanta voglia di confrontarti. Ti riconosci tutte queste qualità?
“Si, fin da piccola ho sempre amato l’aspetto atletico dello sport in generale. E nel basket, giocando con persone più grandi, credo che il confronto sia indispensabile: c’è sempre molto da imparare. Riguardo la simpatia spetta agli altri giudicare, di certo cerco di essere in sintonia con chi mi circonda, rende la vita più divertente.”
3) A 19 anni in A2, per la seconda volta. Intimorita o entusiasta per questa ennesima esperienza nel basket che conta?
“Intimorita direi di no, avendo già provato cosa significhi prendere un impegno di questo tipo,la responsabilità verso la squadra e il resto della società. Per quanto riguarda il campo vero e proprio, c’è sempre dell’emozione, visti i livelli delle altre giocatrici, ma penso sia un fattore sempre positivo che accresce l’amore per questo sport.”
4) Conosci già la “Catania del basket” avendo fatto parte dell’Under 19 della Rainbow, con la quale ti sei presa già tante soddisfazioni. Che effetto fa vivere adesso la Catania a spicchi con l’Olympia di Melissari e Ferlito?
“Si, conoscevo già entrambe le squadra avendo giocato sia a Reggio che a Catania, sicuramente le due realtà separate sono più facili da gestire: l’unione di due società, è un evento che richiede molta serietà e impegno da entrambe le parti, e sono felice di poterlo osservare in quello che stiamo facendo quest’anno con l’Olympia Catania.”
5) Hai già vissuto l’ emozione di una promozione in A2 nel Campionato 2011/2012, con l ‘Olympia Reggio Calabria. Quanto sogni di arrivare con la maglia del Catania sul gradino più alto del basket italiano, in A1, e quanto ancora ci credi sia possibile?
“L’A1 è un sogno credo riscontrabile nel cassetto di ogni giocatrice, ci vuole però un occhio obiettivo a riguardo. Spero che potrò continuare con questa avventura per arrivare il più lontano possibile, è chiaro che fare previsioni a lungo termine sia difficile, ma in me c’è tutto l’impegno per riuscirci.”
6) Sfumata la possibilità di ottenere la certezza matematica dell’ ingresso in Poule Promozione contro il Brindisi, bisogna aspettare il risultato del Battipaglia. Quanto brucia farlo fuori dal campo?
“Purtroppo ci siamo ritrovate in questa situazione, che ci impedisce di prendere parte attivamente al risultato finale di questa prima fase. Guardare da fuori il campo l’evolversi della situazione è sicuramente doloroso, ma dicono che la speranza sia l’ultima a morire e a questo detto noi ci atteniamo.”
7) Quanto ti senti importante per le tue compagne e quanto loro lo sono per te?
“Il mio primo allenatore diceva sempre che in una squadra tutti sono importanti, ma nessuno è indispensabile; giocando ai livelli più alti, ho sperimentato che questa frase sia vera in un certo senso: io sono la più piccola in squadra e, in quanto tale, è ovvio che le mie responsabilità non siano le stesse rispetto alle compagne con più esperienza. L’impegno e la serietà richiesti sono uguali per tutti, e credo che, indipendentemente dalle capacità individuali, nella costruzione della vita di squadra, siamo tutte importanti.”
8) Ala o pivot?
“Io non credo di essere un pivot, sia per struttura fisica che per capacità tecniche, al momento sto lavorando per definire meglio il mio ruolo.”
9) Il canestro realizzato per te più importante di questo campionato e quello sbagliato più triste?
“In squadra non sono chiaramente io quella che realizza i canestri importanti. L’importanza di un canestro, per me individualmente, deriva dalle mie difficoltà nel realizzarlo: se riesco a superare i miei limiti, mi sento soddisfatta indipendentemente dal tipo di realizzazione.”
10) Cosa vuoi fare “da grande”?
“Sono entrata nella Facoltà di Medicina e Chirurgia qui a Catania, cosa che mi permette di conciliare, per quanto possibile, studio e gioco. Come detto prima, ho sempre amato l’attività fisica e si rispecchia in questo anche la mia scelta futura: mi piacerebbe, ora come ora, specializzarmi in fisiatria, ma mi aspettano altri 5 anni se tutto va bene, durante i quali sono quasi certa cambierò idea molte volte.”
Addetto stampa
Maria Luisa Lanzerotti
Olympia 68 Catania
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