Messina, 1 ago. – Lo scorso 27 luglio, con la mancata iscrizione al prossimo campionato di B/F nonostante la possibilità di ripescaggio, si è chiusa ufficialmente la storia della Odysseus Basket Messina. Una storia durata sette anni e fatta di tanti momenti importanti, più e meno belli, con cui il sodalizio messinese si era ritagliato uno spazio di prim’ordine nel panorama della pallacanestro femminile.
Nonostante l’ultima esaltante stagione disputata, condotta da protagonista nel girone B della C/F, il successo in Coppa Sicilia e la tiratissima finale promozione persa all’ultimo giro di lancette contro la Nova Basket Castellammare, l’Odysseus si è vista costretta a chiudere battenti. Alla base di tale decisione, come spesso accade in questo sport, vi sono motivazioni di carattere economico, che hanno obbligato la squadra messinese non solo alla rinuncia al ripescaggio ma addirittura non hanno permesso nemmeno di reperire i fondi per provare di nuovo la scalata ripartendo dalla categoria inferiore. Del tutto inutili si sono rivelati i tentativi di salvare la prima squadra da parte dei vertici societari, mentre invece sembrerebbe esserci uno spiraglio per cui il settore minibasket possa continuare ad operare.
Di questo ma anche di altro abbiamo voluto discutere con Gabriella Arigò, capitano nonché la più rappresentativa delle giocatrici dell’Odysseus che fu. Gabriella, che peccato che dopo un’annata del genere la squadra che hai guidato per tutta la stagione si sia sciolta, non trovi?
«Sicuramente c’è grande rammarico per quanto è accaduto. Non mi aspettavo che una cosa simile potesse accadere, specie dopo quanto di buono io e le mie compagne avevamo fatto in quest’ultimo anno. Devo comunque ammettere che situazioni come queste nella pallacanestro degli ultimi anni se ne sono viste a bizzeffe: la più clamorosa in ordine di tempo e più vicina a casa nostra è stata la rinuncia di Alcamo alla massima serie».
Come giudichi tutta questa enorme mole di “estinzioni” che affligge la pallacanestro a tutte le latitudini?
«Sono situazioni come detto spiacevoli, che maturano spesso in breve tempo tagliando le gambe anche alle più solide società, basti pensare alla cancellazione dai quadri nazionali della Comense nella femminile e di Teramo in campo maschile. Nel nostro caso è stato chiaro sin da subito che i fondi per fare una B all’altezza della categoria sarebbe stato assai proibitivo trovarli. Non so se fosse così inevitabile la cancellazione, ma senz’altro tutto il possibile per evitare che si arrivasse a questo si è cercato di farlo Ma tant’è, inutile piangere sul latte versato».
Arigò, guardia tiratrice alle soglie della trentina ma molto duttile, capace di leggere la difesa con astuzia e dotata di un tiro dalla lunga quasi infallibile che le ha fruttato la media di 34.1 punti a gara in questa stagione, non si nasconde dietro un dito quando viene “provocata”su quello che sarà il futuro. Adesso che cosa farai? Hai già ricevuto qualche offerta oppure credi sia ora di smettere?
«Credo che ogni cestista debba smettere quando non si diverta più oppure quando questo sport non riesca più a trasmettere gli stimoli utili a far bene. Personalmente mi diverto ancora un sacco e nonostante i problemi avuti in passato (operazioni ad entrambe le ginocchia per infortunio, ndr) il mio fisico regge ancora abbastanza bene. Non so ancora esattamente cosa farò nell’immediato futuro, ma mi sto già preparando a prescindere da dove giocherò. Di tanto in tanto faccio due tiri con gli amici e mi diverto un sacco, guardandomi intorno e valutando quale possa essere la proposta più confacente alle mie esigenze tra quelle pervenutemi».
Proviamo a scendere nel dettaglio ma “bum bum” Arigò glissa in maniera evidente la domanda. Chiudiamo allora chiedendole un parere sulla B e sulla C che verranno. Guardando alla prossima stagione, come giudichi il ritorno all’antica B regionale e la nuova A3? E quali squadre vedi come favorite in B ed in C?
«Onestamente non so quanto possa giovare al movimento femminile il contiuo sottoporsi ad “esperimenti” a livello di formazione o abolizione delle varie categorie. Sicuramente la nuova formula, riportando la B a livello di campionato regionale, promette un campionato di buon livello sotto il profilo sia tecnico che atletico.La A3 è tutta da scoprire e non solo perchè nuova come categoria. Vedremo solo alla fine della prossima stagione l’effettivo impatto della riforma dei campionati pertanto. Quanto a compagini favorite nella B é difficile fare pronostici, specie in un momento come questo, in cui il mercato langue.Vedo bene Alcamo, che dopo il recente flop ripartità proprio da questa categoria determinata a risalire rapidamente la china e riprendersi il posto che merita nelle alte sfere nazionali, come anche valide outsider potrebbe essere Castellammare e Lazùr. Il resto delle squadre le conosciamo tutti, hanno molta esperienza in questa categoria, quindi dipenderà dai roster che riusciranno ad allestire. In C credo abbiano delle buone chance le squadre catanesi nel girone Occidentale mentre, guardando all’altro girone, credo possa far bene la Stella Basket Palermo, costruita sule ceneri dll’Otium».
Intanto, però, la Stella Basket è stata ripescata in Serie B. Una squadra che nasce sulla base del roster di una squadra che cessa di esistere… non pensi che questo discorso possa essere applicabile anche alla tua ex squadra?
«Tutto è possibile, certo. Al momento siamo ben lontani da una situazione simile, ma se mi venisse proposto di giocare in una squadra il cui roster fosse formato dalle mie compagne di quest’anno non avrei nessun problema».
Nella foto della Gazzetta Jonica, Gabriella Arigò.
Giuseppe Spanò
redazione@realbasketsicilia.it
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