Intervista al coach: «Il peso della salvezza dipende dal progetto della società»… «Gran carattere dei giocatori, il pubblico è il migliore del campionato»… «Abbiamo bisogno di realtà importanti nella provincia»…
Sono passate quasi due settimane dalla vittoria del Qè Call Center Paternò sul Canicattì, che è valsa la storica salvezza diretta in Divisione Nazionale C. Un risultato inatteso, festeggiato dal tifo paternese, risultato uno dei più appassionati dell’intero girone siculo-calabro, e degno premio per un gruppo che ha dimostrato quanto valga il lavoro in palestra paghi.
«Nell’immediato – ci dice l’allenatore Mike Del Vecchio, chiamato l’estate scorsa a prendere l’eredità lasciata da Rocco De Luca – ho voluto godermi, da osservatore, l’abbraccio del ‘nostro’ pubblico ai giocatori che hanno meritato questa grande impresa sportiva, successivamente ho provato un bella sensazione di quiete».
Considerando le scommesse vinte, qual è il peso di questa salvezza?
«La salvezza avrà un peso notevole se la società avrà la forza di migliorare se stessa e riproporsi con un progetto tecnico e sociale medio-lungo. Se così non sarà rimarrà una bellissima sfida vinta ma fine a se stessa. Sicuramente è stata la vittoria sia del lavoro in palestra sia dei singoli che hanno messo se stessi al servizio di un sogno mostrando una forza di volontà fuori dal comune. Se si fosse trattato di una partita penserei anche alla fortuna ma in un campionato così lungo ed in salita i miei hanno dimostrato un gran carattere!»
Che giudizio dai della squadra e qual è stata l’arma in più per salvarvi?
«Alla squadra posso solo dare il voto più alto, in molti mi dicevano continuamente che avremmo potuto vincere al massimo due o tre partite ma i ragazzi hanno sorpreso anche me! Le armi sono state il lavoro continuativo e sempre intenso (dal 12 luglio 2011 al 28 aprile 2012), il grande attaccamento alla maglia, l’umiltà e l’orgoglio al tempo stesso di non darsi mai per sconfitti e l’immensa torcida paternese, in assoluto il miglior pubblico del campionato!»
Che giudizio dai del girone in generale?
«La crisi economica ha abbassatto il livello del campionato, inevitabile. Se Trapani non dovesse farcela sarebbe clamoroso forse più della nostra salvezza. Su Acireale il mio augurio è che possa entrare in finale per meritare l’accesso in DNB, nutrendo così un progetto ambizioso perché è necessario avere, nella nostra provincia, una realtà importante ai livelli più alti. Auspico anche la salvezza del Gravina perchè il movimento catanese in generale lo desidero impegnato nel basket che conta e non sempre relegato in un angolino, i giovani crescono motivati al meglio se possono sognare di essere, un giorno, protagonisti in campionati d’interesse nazionale».
Quali sono i progetti per il prossimo anno?
«Purtroppo non so rispondere sull’anno prossimo in quanto la società mi ha chiesto di pazientare un paio di settimane prima di espormi le loro intenzioni. Credo che ad oggi non sia cambiato granché, le risorse economiche non sono sufficienti e senza abbiamo fatto un miracolo».
Roberto Quartarone