Andrea Lo Faro è stato fuori tutto l’anno per infortunio, forse ci sarà in finale… «Siamo arrivati con umiltà a questo traguardo, dopo esser ripartiti dalla Promozione»… «Gravina costruita per vincere»…
Quando il suo Paternò ha lasciato la Serie C2 era ancora un under. La Promozione gli andava stretta, ma per qualche stagione lui e la nidiata di giocatori nati nella seconda metà degli anni ottanta ha portato avanti il buon nome del Basket Club, giocando quando possibile la Serie D con i fratelli del Siciliamo. Nel 2008 era il capitano della squadra promossa in D, poi ha conquistato una tranquilla salvezza e una Poule Promozione. L’estate scorsa un brutto infortunio l’ha messo k.o. e quest’anno non è sceso in campo nemmeno una volta: un peccato, a quasi 25 anni sarebbe stata la stagione della consacrazione. Parliamo di Andrea Lo Faro, guardia-ala, che tutto l’anno dalla tribuna ha assistito i suoi compagni (e il fratello Fabrizio) e ora fa il tifo prima della finale.
«Pensavo di poter tornare prima – ci spiega –, ma purtroppo i problemi post-operatori per il tipo di intervento che ho avuto ci sono sempre. Comunque per la finale molto probabilmente ci sono, anche se non al 100%».
I complimenti per il traguardo sono obbligatori: il Paternò, matricola per di più ripescata, è giunto alla finale dei play-off eliminando i big del Gad Etna e ora si giocherà la C Dilettanti affrontando il Gravina.
«Accettiamo volentieri i complimenti e con un pizzico di presunzione dico a nome della squadra che sono meritati, e i risultati mi danno ragione. Nonostante sia rimasto tutta la stagione fuori, mi hanno fatto vivere una stagione indimenticabile e per questo li ringrazio. La finale è il giusto premio per una squadra che è partita sei anni fa da un campionato di Promozione, con tanta umiltà è arrivata a questo prestigioso traguardo. Il gruppo è sempre quello, quest’anno sono però arrivati Enrico Famà, Vincenzo Castiglione, Salvo Duscio e Maurizio Grasso, giocatori dalle indiscusse qualità tecniche e persone fantastiche. Con loro ci siamo subito trovati bene, e la forza del gruppo ci ha dato quel qualcosa in più che ci ha portato cosi lontano. Sono contento oltre che per noi giocatori anche e soprattutto per la dirigenza che compie enormi sforzi e per il nostro coach Rocco De Luca, all’inizio dell’anno nessuno degli addetti ai lavori avrebbe scommesso un soldo su di noi, e invece abbiamo avuto il merito e il piacere di smentire tutti».
Quali sono le impressioni che ti lascia questa stagione, prima dell’atto finale?
«Le sensazioni non possono che essere positive, abbiamo battuto il Gad Etna, squadra favorita fino a qualche giorno fa, senza soffrire più di tanto. Adesso affrontiamo il Gravina, una squadra costruita per vincere il campionato e che quindi ha i favori del pronostico, che gioca una buona pallacanestro e con ottimi giocatori (tra cui gli ex Vetrano e Gulinello, che erano in prima squadra quando io ho esordito). Noi rimaniamo con i piedi piantati per terra con la consapevolezza di aver già raggiunto un traguardo storico e pertanto daremo tutto quello che abbiamo per onorare nel miglior modo possibile una finale play-off conquistata con tanto sudore e spirito di sacrificio».
La sua era tra quelle squadre che, secondo le previsioni della scorsa estate, potevano salvarsi tranquillamente e al massimo puntare all’ottavo posto; come ammette Lo Faro stesso, nessuno avrebbe mai pensato che potesse arrivare tanto lontano. Il gruppo di De Luca ha stupito tutti e ha dimostrato, soprattutto, di meritare questo traguardo: non si tratta di un colpo di fortuna, né di una serie di eventi fortunosi. La finale contro il Gravina è un’occasione per dare alla Paternò sportiva un traguardo mai raggiunto.
Roberto Quartarone