Il Cus torna alla vittoria in campionato, ma è lontana da una forma convincente… Trapani gioca alla pari con i catanesi per buone frazioni e l’impresa nel trapanese assume contorni meno trionfali… Bene i cussini Ferrara, Gambino e Persano, nella Virtus spiccano Piacentino e Bertolino…
Basket Trapani: Scalabrino 2, Tarantino, Longo 4, Massa 3, Ricupero 3, Purassanta, Piacentino 8, Bertolino (cap.) 14, Flores 8 e Martines 6. All. Napoli
Cus Catania: Ferrara 11, Signorello 6, Bellitti, Comis 10, Sigillo 12, Leonardi 4, Puleio (cap.) 2, Gambino 4, Persano 33 e Ronza. All. Laudani-Malagò
Parziali: 10-29; 11-10; 10-21; 17-22.
Un Cus Catania ancora una volta opaco basta per aver ragione dell’ultima della classe. Al Palailio, certamente abituato a ben altri spettacoli, un match tutt’altro che esaltante e quasi non degno di una categoria d’eccellenza, più per demerito dei catanesi, poco lucidi e non certo irresistibili in avanti, ma anche poco efficaci in difesa, che per colpa dei ragazzi di coach Napoli ai quali non si poteva chiedere molto di più. Un Cus involuto, che da tempo non riesce a prodursi sui buoni livelli della fase centrale della stagione e nel quale sono in troppi ad esprimersi al di sotto delle proprie possibilità, evidenziando carenza di concentrazione ed intensità, consente al Basket Trapani di giocare una buona metà di gara alla pari, con i soli Ferrara e Gambino meritevoli sotto il profilo dell’intensità e dell’agonismo. Una vittoria scontata che non ha dunque avuto i contorni trionfalistici dell’andata, ma che comunque serve agli etnei per non staccarsi dall’ultimo posto utile per i playoff, magro obiettivo minimo di stagione.
Partenza ad handicap dei locali, che in avvio di gara concedono ampi spazi agli avversari senza tuttavia riuscire ad approfittare delle pur numerose sbavature difensive degli ospiti, liberi così di incidere sul risultato fin dal primo quarto. I catanesi riescono in questa fase a capitalizzare le buone penetrazioni offensive ed il netto predominio a rimbalzo, che compensa i troppi errori sotto misura concedendogli spesso il secondo o il terzo tiro. Non meno imprecisi i locali che alimentano lo score quasi unicamente dalla media distanza e dalla lunetta. Non muta l’efficacia difensiva dei catanesi nemmeno nel secondo quarto e Trapani può ben figurare, ancora con tiri da fuori. Complice il poco gioco ed i ritmi tutt’altro che sostenuti, il match attraversa a metà della seconda frazione una fase soporifera, avara di centri e con qualche fallo di troppo. Con un timeout, due cambi ed il passaggio a zona, la panchina catanese cerca di dare una scossa alla gara che tuttavia non decolla, tranne che nelle battute a ridosso dell’intervallo lungo, insufficienti ad alzare il livello medio dello spettacolo.
Le speranze di vedere finalmente una buona partita vanno deluse anche dopo la pausa, con il Cus ancora poco concentrato ed ancor meno intenso e Trapani che fa quel che può. Attorno al quinto di gioco la parte più viva dell’incontro. Gli ospiti premono finalmente sull’acceleratore ed ottengono il break che gli consente di staccare gli avversari in modo netto, grazie ancora e soprattutto all’incontrastato dominio sotto le plance. Nell’ultimo quarto, nonostante i 39 punti realizzati in totale dai contendenti, ritmi e qualità di gioco restano blandi. Catanesi spesso a segno grazie più a iniziative isolate che a gioco di squadra e locali, in piena controtendenza, che realizzano finalizzando discrete manovre. Il minibreak ottenuto dagli etnei nei minuti conclusivi mette la parola fine ad un match in realtà mai in discussione.
Contro un avversario non proprio irresistibile nemmeno sul piano fisico, tra i quali tuttavia meritano di essere menzionati Piacentino per la buona visione di gioco e Bertolino per le capacità di tiro, spiccano i 39 rimbalzi difensivi ed i 22 offensivi ottenuti dai catanesi. Un dato statistico confortante che non deve però entusiasmare, soprattutto perché offuscato da un pessimo 8/31 dalla lunetta.
A due gare dal termine della regular season, per quanto improbabile, il settimo posto in classifica non è ancora matematicamente precluso ai catanesi. Occorrono però ben due partite perfette. Domenica prossima in casa contro Ragusa per ottenere il quoziente necessario a compensare la sconfitta dell’andata, e sabato 26 per battere la Mia Messina a domicilio, confidando nel contemporaneo colpaccio di Capo d’Orlando a Ragusa. Sognare non è ancora vietato!
Adetto stampa Cus Catania
Giuseppe Ronza