Batosta per il Cus Catania contro la capolista Bagheria… Troppo netto il divario tra le due pretendenti alla vittoria… In casa dei catanesi suona definitivo un campanello d’allarme…
Cus Catania: Arena 7, Ferrara 11, Pennisi, Signorello, Comis 4, Sigillo 6, Leonardi 2, Puleio (cap.), Cannizzo 2, Gambino 2, Persano 21 e Ronza 6.
All. Laudani-Malagò
Pall. Bagheria: Zugno 24, Bondi 10, Buttitta (cap.) 8, Ducato 36, Gaglioto, Bonelli 7, Lo Sardo 6, Bagnasco, Barca 5, Etrusco 9 e Casa.
All. Aiello
Parziali: 13-31; 19-26; 8-24; 21-24.
Prosegue il momentaccio del Cus in under 15 regionale, che nel match contro la capolista Pall. Bagheria subisce la batosta più sonora della stagione. Esito certamente prevedibile contro l’unica compagine imbattuta ed obiettivamente superiore a tutte le altre concorrenti siciliane. Ma era forse auspicabile una maggiore resistenza da parte dei catanesi. Netto infatti il divario tra le due squadre, probabilmente amplificato dagli stati d’animo diametralmente opposti per ovvie ragioni legate al recente rendimento. Contro una formazione che unisce tecnica, fisicità e velocità non riscontrate in altre squadre del campionato, pochi avrebbero potuto opporre un valido ostacolo. Nell’occasione, tuttavia, gli etnei sono apparsi in evidente difficoltà al di là del valore degli avversari. Il “5 fuori” attuato da Bagheria, fondato su una grande circolazione di palla, condotto senza cali d’intensità e impreziosito da pressing a tutto campo e da rara efficacia al tiro da ogni posizione avrebbe messo in crisi chiunque, ma il Cus di questi tempi si mette in crisi spesso da solo. Se Bagheria non avesse “dosato” a tratti le proprie risorse, la parola umiliazione avrebbe permeato la cronaca della gara. L’impressione che qualcuno tra i catanesi abbia smesso di credere nel progetto squadra comincia ad aleggiare. Da qualche gara appaiono sempre meno e sempre gli stessi i votati al sacrificio, circostanza evidenziata anche dall’odierna prestazione delle cosiddette seconde linee, apparse certamente più motivate di qualche “titolare”.
La cronaca della gara registra una partenza di tutta sostanza da parte degli ospiti, che mettono subito in chiaro le differenze in campo. Un pressing fin troppo efficace per essere solo merito dei bagheresi, consente loro di conquistare e giocare un’infinità di palloni, che sfruttati a dovere conducono ad un primo parziale che praticamente segna la gara, nonostante il finale di quarto in crescendo degli etnei, utile solo a limare di poco il gap. Decisamente migliore, invece, l’avvio dei locali nel secondo periodo. Un minor numero di palle perse e qualcuna recuperata consentono al Cus di colpire in contropiede, oltre ad orchestrare qualche buona manovra. Quando il punteggio potrebbe autorizzare a sperare nella rimonta, attorno a metà frazione, gli ospiti rinvengono con veemenza. Con tre centri consecutivi di Zugno i catanesi vengono ricacciati indietro e, tuttavia, continueranno a tratti a riproporsi con buon impegno fino alla pausa lunga, alla quale si giunge con un solco di ben 25 punti. Buon gioco delle difese al rientro in campo, ma dura poco ed è ancora Bagheria a rompere gli indugi ottenendo l’ennesimo break che li porta a +35 con i locali “in bambola” ed incapaci di qualunque reazione. L’ultimo quarto si disputa quando le squadre sono separate da ben 41 punti. Giunge così l’ora delle panchine e si assiste alla frazione più equilibrata. Liberi da preoccupazioni diverse dal solo piacere di giocare è una buona occasione per osare e maturare un po’ di esperienza, ma anche per concedere un po’ di riposo anche a chi probabilmente non lo ha meritato.
Da qui forse lo spunto per ripartire. In un torneo dove le posizioni di vertice e di coda appaiono ben delineate, almeno in ottica playoff, sarebbe forse il caso tra i catanesi di rivedere alcune gerarchie di squadra, risvegliando le motivazioni sopite per concludere con tutta la dignità necessaria la residua parte di campionato. Nell’attesa… giudizio sospeso. Per la formazione di coach Aiello, invece, l’augurio di poter rappresentare con il massimo dell’onore la Sicilia alle finali nazionali, alle quali certamente merita di partecipare.
G. Ronza