Gesto vandalico al palazzetto del viale Tirreno… Parquet “bucato” a causa dello scoppio di un botto di capodanno fatto esplodere all’interno della struttura chiusa per le festività…
Insolito colpo d’occhio sul parquet del Pala Galermo, per le squadra catanesi di nuovo al lavoro dopo la pausa natalizia.
Tra le nuove linee e i nuovi accogimenti per la sicurezza, spicca un “cerotto” nella metà campo vicina all’ingresso del pubblico. Un cerotto che nasconde un “buco”, ed insieme ad esso, il gesto d’inciviltà di uno o più vandali desiderosi di lasciare un ricordo brutalmente diverso al proprio festeggiamento per il nuovo anno appena giunto.
La ferita apportata al parquet della struttura del viale Tirreno, probabilmente causata dallo scoppio di un botto di capodanno, ha purtroppo delle proporzioni significative: ben cinque centimetri di profondità per quindici di lunghezza. Sono scattati con prontezza gli accorgimenti dell’amministrazione per tamponare momentaneamente il danno portato al parquet e ben presto un’altro listone andrà a sostituire quello colpito dal “botto”, ma non sono le “misure” che stupiscono in questa triste storia: stupisce infatti il senso di un gesto assolutamente ingiustificabile ed inspiegabile, e che rende l’idea di come non vi sia assolutamente rispetto per i beni di proprietà comune, né per i sacrifici fatti dal comune della nostra provincia, dai suoi operatori, ma soprattutto delle società cestistiche che contribuiscono a rendere vivo, attivo e “regolamentare” la struttura in gestione comunale.
Il palazzetto sorge nella periferia nord della città, al centro di un quartiere di case popolari, ed è stato realizzato proprio lì per “rilanciare” la zona attraverso lo sport. Evidentemente, qualcuno rifiuta questa possibilità e non ne capisce la reale importanza, a livello sociale e umano.
È un gesto che fa e deve certamente far riflettere. Un gesto che darà sempre uno spunto di riflessione non solo a chi al Pala Galermo gioca, ma, si spera, anche a chi quel danno lo ha arrecato (rimendo probabilmente impunito) e troverà comunque le porte della struttura sempre aperte ad accogliere tutti coloro che in una comunità sanno vivere.
Chiara Borzì