L’arrivo in aeroporto… Dimostratore al Jam Camp… La premiazione al comune di Giardini Naxos… «In Italia ci vorrebbe il tetto salariale, anche senza Lebron New York è da playoff»…
I LOVE… Gli organizzatori con Danilo Gallinari [Basket Catanese]. |
Aspettando Maarika, in arrivo all’aeroporto di Catania, con Paola passiamo il tempo squadrando i turisti che hanno appena recuperato i bagagli. Qualche straniera bianchissima, qualcuno del Nord Italia pronto per il mare e poi… «Ma chi è quel gigante?» chiede Paola. Sgrano gli occhi: infradito, pantaloncini, maglietta color pastello, telefonino incollato all’orecchio, aria da ragazzone alto appena 208 cm. «Che ci fa qui Danilo Gallinari?» rispondo io sbalordito. Non è un calciatore, né una star del cinema: esce dal terminal senza essere importunato da nessuno e con il suo gruppo sale in macchina.
La guardia-ala lodigiana dei New York Knicks è giunto giovedì sera in Sicilia per presenziare al Jam Camp di Giardini Naxos. Organizzata dai fratelli Roberto e Danilo Milocco con il supporto di Dan Peterson, la 14a edizione si è svolta su tre sedi e si chiude proprio questa settimana ai piedi del monte Tauro. E l’ospite d’onore è proprio lui, il “Gallo”, che è a disposizione dei ragazzi come dimostratore e ovviamente per dare i consigli ai piccoli cestisti che vogliono seguire le sue orme. Chi non fa parte dei partecipanti al camp, non ha vita facile per incontrarlo. L’unica uscita pubblica-conferenza stampa è fissata per lunedì a mezzogiorno, in occasione dell’incontro con le autorità al comune di Giardini Naxos.
DANILOx2. Danilo Gallinari e Danilo Milocco ascoltano le parole del sindaco [Basket Catanese]. |
Supportato dall’appassionato Risitano e dal consigliere Amoroso, il sindaco Pancrazio Lo Turco riceve gli organizzatori e la stampa (“Superbasket” in prima fila, ma anche “La Sicilia” e “La Gazzetta del Sud”): «Quest’incontro vuole onorare la presenza di una stella della pallacanestro italiana – ha affermato l’ex consigliere Risitano – e anche un camp che da anni dà un grande impulso a Giardini. Speriamo che in futuro il Jam Camp continui ad avere lo spazio che merita, malgrado la crisi non ci permetta di aiutare l’organizzazione come fatto in passato». «Non solo è importante il binomio turismo-cultura – prosegue il primo cittadino –, ma anche turismo-sport. La nostra provincia ha grandi tradizioni nel basket, dal Trofeo Lo Forte al Barcellona, e spero che anche a Giardini questo sport continui a crescere».
Mentre tutto lo staff viene premiato (al “Gallo” tocca una statuina raffigurante un sileno), mi avvicino all’ospite d’onore, un ragazzo semplice, disponibile e soprattutto sorridente senza forzature. «Secondo me è importante la partecipazione dei giovani cestisti ad un camp – afferma Gallinari –, io ne ho fatti alcuni sin dai 10 anni e sento che mi sono serviti. Serve anche la presenza di elementi di spicco del basket come attrazione, magari per far crescere l’entusiasmo in ragazzini che sono comunque già appassionati. Chi ho incontrato si diverte molto ed è pieno di voglia di fare».
SILENO. Il sindaco Lo Turco consegna la statuina del sileno a Gallinari [Basket Catanese]. |
Quando aveva 14 anni, il piccolo Danilo ha giocato un Trofeo delle Regioni con la Lombardia contro la Sicilia. Molti degli adolescenti che rappresentavano l’isola non hanno mai raggiunto i campionati nazionali, mentre lui è giunto fino in NBA, il sogno di tutti i giocatori. «Parlando in generale, il dislivello è dovuto a tante motivazioni – prosegue –, ma la crisi di questo periodo si sente anche al nord. Comunque anche giocatori del sud hanno fatto la storia del basket italiano, come Esposito e Gentile, quindi il movimento è vivo in tutta Italia». A proposito di Enzo Esposito, l’ex NBA (30 presenze con i Raptors) da quest’anno allena Agrigento. Anche Stefano Rusconi, 7 partite con i Suns, è reduce da un’esperienza da allenatore al sud, a Bari. Dopo il ritiro, anche Gallinari allenerà al sud? «Il mio futuro lontano lo vedo di nuovo in Italia – sorride – ma non credo come allenatore… Vedremo!»
E come giudichi la differenza tra il basket italiano e quello americano, cosa potrebbe essere utile alla nostra pallacanestro? «L’Italia deve imparare molto dall’America, dove comunque c’è una mentalità e una serie di regole diverse. Ad esempio il tetto salariale per tutte le squadre è super, mentre promozioni e retrocessioni sono importanti, è bello salvarsi perché la pressione è su quelli che devono vincere…» E infine, domanda scontata, ti dispiace che non sia venuto Lebron James a New York? «Mi sentivo che venisse, ma alla fine ha preferito Miami. La squadra è pronta ed è da play-off, abbiamo preso inoltre tre giocatori al secondo giro del draft dopo dei provini, ma ancora non li conosco».
Va dato merito agli organizzatori di aver portato un nome tanto importante in Sicilia, un evento che è sempre più raro dopo l’esclusione dell’Orlandina dalla Serie A. Certo, l’incontro con una personalità dello spessore di Danilo Gallinari, ristretto ai soli partecipanti al camp, sicuramente sarebbe stato importante anche per tutto il resto dell’ambiente cestistico siciliano, facendo da calamita per i più piccoli e per chi ha bisogno di esempi positivi a cui puntare.
Roberto Quartarone