Marzo riparte da Racalmuto

Il play ha chiuso anzitempo la stagione ad Acireale per un infortunio… «Due anni stupendi, il gruppo ha fatto la differenza»… Gli inizi a Giarre e la consacrazione con la Virtus…

LEADER. Pietro Marzo, 22 anni, ha iniziato la stagione 2009-10 da play titolare nell’Acireale di Peppe Foti. Qui dà il cambio a Gabriele Vitale [Basket Catanese].
LA SCHEDA. Pietro Marzo.
Playmaker, Catania 1988.
2004-06 Basket Giarre C2
2005-07 Virtus Catania B2
2007-08 Grifone Catania C2
2008-10 Basket Acireale C Dil.
2010-11 Virtus Racalmuto C Dil.

Poteva essere la sua stagione: la rinascita di Pietro Marzo dopo i fasti della B2 passava proprio dalla terza annata dopo la fine dell’esperienza con la Virtus Catania. Nel 2007-08 è stato un trascinatore in C2, ha carburato lentamente ma è stato positivo nel 2008-09 in C Dil., ha iniziato la 2009-10 da pedina fondamentale del quintetto di Peppe Foti e, soprattutto, da leader; tanto che i lettori di Basket Catanese lo hanno votato miglior giocatore dell’anno solare. Poi hanno ceduto i legamenti del ginocchio e nel 2010 il play del Basket Acireale non ha visto più il campo.

Marzo s’è perso il finale di una stagione straordinaria, che comunque il cestista giarrese ha marchiato con una media di 10,7 punti e 1,5 assist a partita. Il top l’ha raggiunto contro l’Heliantide Reggio Calabria, il 29 novembre 2009: 21 punti, 6/7 da due, 2/5 da tre, 5 palle recuperate, 2 assist e 24 di valutazione. Una prestazione maiuscola che risalta ancor di più perché all’interno di un complesso in ottima forma.

«È stato un grave infortunio – ci dice –, che mi ha condizionato perché non ne ho mai avuti di questo tipo. La stagione sarebbe stata compromessa comunque e ho deciso di aspettare fino a marzo per l’intervento. Mi ha operato il prof. Lelli a Bologna e posso dire che quattro mesi dopo sono tornato in campo, mi alleno quasi tutti i giorni e voglio arrivare a fine agosto al 110%!»

Proprio ad agosto Marzo ripartirà da una nuova maglia e da un nuovo palazzetto: proprio ieri è stato ufficializzato il suo passaggio alla neopromossa Racalmuto. La chiamata della società agrigentina premia i sacrifici che il play ha sostenuto per tornare il campo, ma lo separa da una società con cui s’è instaurato un bel rapporto.

Cos’è cambiato nell’Acireale che ha affrontato la Serie C Dil. per il secondo anno consecutivo?
«Della squadra che ha ottenuto la salvezza siamo rimasti io, Casiraghi e Russo. Abbiamo cambiato i 7/10 del roster, una modifica radicale. Però la differenza sostanziale l’ha fatta il gruppo. Fin dall’inizio c’è stata una buona sinergia in campo e una grande voglia di allenarsi. Non solo: anche fuori ci siamo trovati bene da subito. Il merito va all’allenatore: Foti ha scelto dei giocatori in cerca di rilancio che hanno fatto molto bene. La somma algebrica del potenziale dei singoli atleti del primo anno era maggiore, ma avevamo delle avversarie meglio attrezzate e non tutti erano concentrati sugli obiettivi allo stesso modo; i risultati quindi non sempre sono arrivati e siamo finiti ai play-out. Il meccanismo che si è creato all’interno del gruppo nell’ultima stagione ha dato la spinta che mancava».

PUNTA. Marzo punta l’avversario nella sfida (poi annullata) contro l’Olympia Comiso [Basket Catanese].

Come hai visto i tuoi compagni?
«Di Dio e Vazzana hanno giocato un grande campionato, Paolantonio veniva da una retrocessione e s’è riscattato, Casiraghi ha avuto modo di farsi notare dopo un’annata in cui aveva avuto poco spazio, Vitale ha tenuto bene il campo, Russo è stato monumentale. La squadra non s’è montata la testa e poteva raggiungere anche la seconda posizione. Il clima che si è respirato è stato sereno, anche la sconfitta di Ragusa giunta dopo le otto vittorie consecutive è stata assorbita bene».

E questo clima ha dato una spinta in più alla Sicilverde, che ha concluso poi al quarto posto ed è stata eliminata al primo turno dei play-off, un risultato storico. Come giudichi i verdetti del campionato?
«Capo d’Orlando è salita facilmente e se l’è meritato. L’Acireale ha fatto bella figura, ha giocato bene e l’uscita dai play off tutto sommato ci può stare, considerando che la squadra non era stata allestita per vincere campionato. Ovviamente la sconfitta con Battipaglia in casa ha un po’ segnato gara-2. Pensiamo che proprio Battipaglia ha vinto la seconda fase battendo Canicattì e Gioia Tauro senza il fattore campo a favore: si capisce come l’obiettivo promozione era alla loro portata. Personalmente mi dispiace di non aver potuto dare nessun contributo nella fase calda del campionato».

Quest’anno c’è stato anche un consistente apporto da parte del pubblico…
«La gente ha sete di vittorie. In casa abbiamo perso solo contro l’Orlandina e Battipaglia: se la squadra gira il pubblico si appassiona. Quando la squadra è discontinua, invece, si preferisce andare a vedere la pallavolo o il calcio a 5. Quest’anno il palazzetto pieno è stato un’abitudine».

Quando hai iniziato la tua carriera?
«Già a quattro anni ero in campo, spinto da Tonino e Giovanni Di Bella. Ho fatto il minibasket e le giovanili a Giarre, poi Stefano Privitera mi ha fatto esordire in C2. Mi sono fatto le ossa in casa, ma il lancio definitivo è avvenuto nel 2005-06: la Virtus Catania allenata da Genovese decise di prendermi in doppio tesseramento, facevo la B2 e la C2. Non pensavo di essere all’altezza di tenere il campo, ma mi sono messo sotto negli allenamenti e i compagni mi hanno dato fiducia. Anselmo, che ha sempre avuto un debole per me, mi ha dato un grande spazio nella stagione seguente. Non ho giocato male: dividevo il ruolo di playmaker con Marco Consoli e Dario Sortino, ho avuto molto spazio, difendevo e sei-sette punti a partita li mettevo».

RICORDI? Il derby Grifone-Gad Etna del 2007-08. Marzo difende su Di Masi [Basket Catanese].

Perché hai scelto di ripartire dalla C2 nel 2007?
«Non ho mai avuto ambizioni di giocare molto lontano da casa, sono studente di lettere e quindi dopo la laurea magari potrò giocare dove farò la specialistica. Sarei anche andato all’Acireale, che stava costruendo un roster molto forte, però la Virtus era fallita e la proprietà aveva trovato un modo per tenere i cartellini miei, di Catotti, di Livera. Antonio Livera riuscì a passare a Rieti, ma anche perché la sua ambizione è di fare il giocatore professionista. Io mi legai alla Grifone e fu un anno di transizione, molto tranquillo, l’ambiente era carino per la presenza di Carbone e Famoso, ci siamo anche levati la soddisfazione di vincere sull’Adrano e giungere in semifinale playoff contro Acireale».

E quindi sei passato proprio alle dipendenze di Foti, reduce dalla vittoria della seconda fase della C2.
«Il cartellino era diventato di proprietà della Grifone, che non ha fatto problemi per il trasferimento. Ripartire dalla C1 non è stato facile, dal punto di vista fisico non avevo più l’esplosività di prima, ho dovuto passare tre mesi di rodaggio. Sono maturato gradualmente fino all’ottimo inizio in questo campionato».

Come giudichi la stagione del Giarre?
«Lì ho tantissimi amici e mio fratello. S’è realizzata una buona collaborazione con l’Acireale. Alberto è venuto con noi, Scudero, Torrisi, Antronaco e Catalano sono andati con loro. Hanno fatto molto bene, Cutuli e Quattropani sono fantastici. Anche il settore giovanile è stato curato bene, spesso la squadra è stata campione provinciale, con Orestano che è stato un punto di riferimento per anni. Il suo metodo non era il più aggiornato, ma ha formato tanti ragazzi. A lui, Privitera e D’Angelo devo la mia crescita giovanile».

Ad Acireale si sta facendo qualcosa del genere?
«A lungo le giovanili del Basket Acireale sono state inferiori a quelle del San Luigi. Ora Peppe Foti sta lavorando con i ragazzi, soprattutto gli Under-15, e ha un buon gruppo. Non c’è nessuno che spicca, ma è il complesso in sé che ha raggiunto un buon livello. Il progetto con la prima squadra è stato altrettanto buono, perché siamo riusciti a sovvertire tutti i pronostici della vigilia. La dirigenza è seria e lavora bene. Forse è la società dove mi sono trovato meglio finora».

FRATELLI. Alberto e Pietro Marzo, insieme nel precampionato del Bk. Acireale [Basket Catanese].

Ora però spirano venti di crisi su moltissime società del sud…
«La crisi ancora deve bene delinearsi… Parlando da profano, penso che le responsabilità vanno divise in ugual misura tra la federazione e le società stesse. La federazione impone dei vincoli economici assurdi che gravano troppo sulle società, le quali però investono poco sul settore giovanile, spesso limitandosi a fare campionati senior sterili nei quali spendono somme altissime senza ottenere risultati. Adesso quelle sprovviste di un settore giovanile dal quale attingere qualche elemento sono costrette a rinunciare. Mi dispiace che nel novero di squadre che stanno avendo difficoltà ci sia anche Acireale, dove ho trascorso due anni stupendi con persone splendide».

Cosa te ne pare dell’ambiente catanese, in generale?
«Fino a qualche anno fa, si giocava a farsi la guerra, anche a livello extrasportivo. La B2 era circondata da detrattori. Con la Virauto Ford s’è creato un bel giro, ma Catania non vale la B. È una piazza che merita almeno la Serie A Dilettanti! Se non si viene però coadiuvati dagli sponsor e dalle società satellite non si arriverà mai ad ottenere qualcosa di serio».

Lunedì è giunta la notizia del tuo passaggio all’ambiziosa agrigentina Virtus Racalmuto. Lì troverai un talento del basket siciliano, Paride Giusti, oltre ai confermati Talenti e Sanicola.
«È proprio così, ho accettato l’offerta della neopromossa Racalmuto, che ha un progetto interessante per affrontare la Serie C Dilettanti, ha fama di essere una società seria e sta allestendo un roster davvero competitivo».

Che progetti hai per il futuro?
«Spero di giocare almeno altri vent’anni… Mi piacerebbe abbinare il lavoro e il basket, farò in tutti i modi. Non potrò farne a meno perché il basket fa parte di me. Di solito a marzo e aprile si è stanchi dopo una stagione, ma a me basta un mese per ricaricarmi. A gennaio ero già stanco di non poter essere in campo con i miei compagni!
»

Completamente ristabilito dall’infortunio, Marzo potrà mettere a disposizione della sua squadra la velocità, le attitudini difensive e l’ottima visione di gioco. Per lui sarà per la prima volta lontano da casa, ma quest’esperienza gli darà nuove motivazioni e aspirazioni. Sperando che possa tornare da avversario al PalaVolcan e ricevere l’applauso dei suoi tifosi.

Roberto Quartarone

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