Le prime impressioni dopo gara-2… «Siamo rimasti compatti»… «I valori su cui costruire il nostro futuro»… «Una statua per Di Masi»… «Scelte coerenti con il progetto»…
A fine partita, a caldo, non ci limitiamo a parlare di ciò che è successo sul campo dopo Catania-Bisceglie. Vorremmo che Pippo Borzì, l’allenatore che in due anni ha dato tanto alla Virauto e ora si ritrova in panchina stanco, un po’ amareggiato, ma sereno dopo una semifinale persa onorevolmente per 0-2 contro una corazzata del calibro dei pugliesi, tirasse le somme della stagione appena trascorsa.
Si chiude con una sconfitta, ma la squadra va ringraziata per lo spettacolo che ha offerto.
«Sono orgoglioso di aver allenato questo gruppo – spiega il coach catanese –, abbiamo avuto difficoltà di qualunque tipo, dal tesseramento di Confente agli infortuni di Trevisan e Novatti, ma siamo rimasti compatti. Al completo sarebbe stata una gran bella squadra. Ai play-off siamo arrivati in condizione mentale e fisica adeguata: abbiamo espugnato Reggio Calabria, sovvertendo un pronostico chiuso, e ci siamo ben comportati contro Bisceglie. Sono soddisfatto per com’è andata, anche se un po’ rammaricato com’è giusto che sia dopo una sconfitta».
Gli obiettivi sono stati raggiunti, anche in prospettiva futura?
«Secondo me sì. Abbiamo impostato il lavoro per arrivare bene ai play-off e ci siamo riusciti. Inoltre, la storia di una società si basa sui valori che trasmette. Noi arriviamo a fine stagione con un gruppo che ha superato le difficoltà, che ha seguito me e Marchesano con il massimo impegno, che ha combinato le fatiche del campionato con degli allenamenti molto impegnativi perché affrontati in pochi. Sono valori che restano e su cui si costruirà il futuro. In più, abbiamo perso cinque partite di fila e la società si è comportata in modo perfetto, ci è stata vicina e siamo tornati a vincere. In futuro non avremo sempre tutte queste difficoltà e potremo avere un ritorno in termini di risultati. Senza questi problemi forse saremmo arrivati più avanti, sicuramente saremmo arrivati più freschi a questo punto, con tutti gli effettivi avremmo avuto una rotazione più lunga che ci avrebbe fatto respirare nei momenti più difficili».
Un giudizio finale sulla squadra?
«Gambolati e Degregori sono di un altro pianeta per l’impegno e la volontà. Consoli mette un impegno che va oltre i limiti tecnici. Reale, a 37 anni, ha il piacere e la voglia di un bambino. Confente si è ripreso e sta benissimo, è stato brillante durante tutti i play-off, dimostrando di essere il giocatore che aspettavamo. Rolando so che è così, se fosse più produttivo non giocherebbe in Serie B e gli ho dato fiducia per tutto il campionato. Mi dispiace per Catotti e Novatti, che sono rimasti fuori troppo tempo per infortunio e alla fine non hanno reso per le loro potenzialità, e Trevisan, che fino a venerdì sembrava poter rientrare. A Di Masi dovremmo fare una statua, non è mai stato assente agli allenamenti eppure ha giocato pochissimo. Sono contentissimo sulle scelte fatte sul mercato, volevo che i giocatori avessero il carattere in linea con la nostra impostazione, cioè che siano corretti e leali al contrario di alcuni avversari. Questa coerenza paga e sono contento che la società sia d’accordo con questa mia visione».
Già c’è qualcosa di sicuro per il futuro?
«Ancora c’è molto di cui parlare, non abbiamo deciso fin quando proseguiranno gli allenamenti. Penso che gli argentini torneranno a casa. Si parlerà del futuro di Reale, non è sicuro che continuerà a giocare. Si dovranno fare delle scelte coerenti con l’evoluzione del progetto. Potremmo anche chiedere il ripescaggio, ma dipende dalla riforma dei campionati, dalle disponibilità economiche. Sono tutte considerazioni che farà la società. Anche il mio ruolo andrà discusso. Vedremo, è tutto molto prematuro».
Salvatore Maugeri
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