L’intervista al presidente dell’Unifarmed Adrano… Famà e Belli: addio per mancanza di stimoli… «Credo nella salvezza, è l’unico obiettivo»… L’importanza del settore giovanile…
Domenica scorsa, l’Unifarmed Adrano ha tenuto botta a Canicattì, cedendo nettamente solo nel secondo parziale contro la vicecapolista e chiudendo con un distacco di appena dieci punti. Si è parlato molto della situazione che sta attraversando la società bianconera. Ora la parola tocca al presidente Rosario Menza, che chiarisce vari punti rimasti finora poco chiari, soprattutto la fine del rapporto con l’ala Famà e la guardia Belli. Partiamo proprio da loro due: cos’è successo con loro?
«Antepongo la stima e l’affetto nei confronti di Enrico Famà e Giacomo Belli – risponde il presidente –. Con entrambi abbiamo condiviso momenti davvero indimenticabili. Non è successo niente di più di quello che può accadere ad una coppia che decide di separarsi perché non prova più stimoli».
Siete intenzionati a tenere Verderosa come allenatore-giocatore o verrà qualcun altro a sostituire Del Vecchio?
«Mancano oramai poche partite alla fine del campionato e due allenatori sono già sufficienti. Marco è un grande professionista che, purtroppo, non è ancora riuscito ad esprimere il suo enorme potenziale ad Adrano. Sappiamo bene che gestire una partita in un doppio ruolo non è semplice, ma abbiamo fiducia estrema in Marco Verderosa».
Considerando che i problemi economici ci sono, l’acquisto di Verderosa non vi ha creato problemi ancora maggiori?
«La domanda è tendenziosa, la risposta è (al contrario) molto semplice; Marco Verderosa è arrivato dopo che Roberto Saccà era già andato via e Alessandro Saccà cercava altra squadra».
Con una squadra ridotta ai minimi termini, lei crede nella salvezza?
«Devo crederci , il mio ruolo me lo impone . E poi ho fiducia in tutti i miei ragazzi. So però che la salvezza dipenderà soprattutto dai tre senior ; Marco Verderosa, che può ancora dimostrare tutto il suo talento, il capitano Dino De Masi e Maurizio Grasso con la sua forza ed il suo grande cuore non può, e non deve, deludere ne il suo pubblico né il sottoscritto».
E nel caso non arrivi, richiederete il ripescaggio? O ripartirete dalla Serie C2?
«Penso che fino a qualche anno fa Adrano non pensava di riuscire ad essere una delle “piazze” più importanti del basket in Sicilia. Ci siamo riusciti e, ovviamente, ci piacerebbe restarci. In questo momento l’unico obiettivo è quello di rimanere in C1».
C’è ancora un progetto per il futuro dello Sporting Club Adrano o si rischia la smobilitazione?
«Guardi le rispondo con alcuni numeri. Sono i numeri delle due squadre giovanili. L’under 19 è attualmente al secondo posto dietro al Gad Etna, 14 partite vinte e 1 persa. L’under 17 sempre al secondo posto con 12 partite vinte e 1 persa con il Gravina (prima in classifica) di soli 3 punti. Da premettere che 6 giocatori su 10 dell’under 19 fanno parte dell’under 17. Con un gruppo di giovani così lei pensa che vogliamo la smobilitazione?»
A questo punto, lo sguardo deve spostarsi sul campo, teatro delle ultime cinque fondamentali giornate per l’Adrano, che deve cercare di mantenere invariato o accorciare il divario dalla Virtus Alcamo, ferma a quota 12 punti, quattro più dell’Unifarmed. Domenica 28 marzo, al PalaTenda, c’è l’appuntamento fondamentale della stagione: lo scontro diretto con i trapanesi, già battuti all’andata.
Roberto Quartarone
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