Basket: stavolta il ferro è compiacente, l’ultimo tiro di Gambolati a fil di sirena fa impazzire la Virauto. Soloperto e Zerella decisivi per Trapani e Ragusa, Agrigento cambia l’allenatore ma non i risultati
Il bello e il brutto del basket siciliano nell’ultima giornata di campionato.
GAMBOLATI (Catania, B dilettanti) – Quando devi prendere l’ultimo tiro a 7” dalla fine e sei sotto di un punto, di solito consegni le chiavi della macchina all’autista che te ne ha piazzati 23 o al navigatore che ne ha messi 19; e magari come terza opzione puoi scegliere il tuo miglior giocatore. Ma la palla della vittoria catanese contro Martina Franca salta tutte le gerarchie: né Reale (mvp), né Degregori, né Trevisan. Stranamente finisce nelle mani del “Gambo”, uno dei sesti uomini più tosti di tutto il campionato; e con un ferro più compiacente di quello del PalaCus (che aveva sputacchiato il tiro decisivo di Degregori contro Bari due settimane fa), il sorpasso sulla sirena stavolta arriva.
SOLOPERTO (Trapani, A dilettanti) – Nel ramadan di canestri tra il terzo e il quarto periodo, con 8 minuti di astinenza e un 8-0 piuttosto compromettente di Perugia, Trapani ritrova la fame appena in tempo per riappropriarsi di una gara complicata. I segnali di vita sono un tiro del giovane Di Capua da oltre metà campo e la doppia doppia di Soloperto: 20 punti + 12 rimbalzi. La zona play off è una bolgia dantesca, Trapani è lì in mezzo a sgomitare.
ZERELLA (Ragusa, A2 femminile) – Venticinque punti di Felicita, senza e con l’accento. Era difficile immaginare che Ragusa riuscisse a schiodarsi dal penultimo posto proprio contro Porto San Giorgio, la seconda in classifica. Invece in una partita tiratissima i numeri della Zerella, mai uscita dal campo, sono quelli decisivi.
AGRIGENTO (A dilettanti) – Almeno Zaccheroni ha pareggiato. A Ferentino Paolini non poteva, ma il suo debutto al posto di Corpaci è un brutto -18 che non devia il corso delle sconfitte agrigentine. La quarta di fila fa molto male, perché il 15-5 iniziale è l’unico momento della gara in cui i siciliani non danno l’idea di aver mollato i pappafichi.