Diomede Tortora risponde direttamente a Michelangelo Sangiorgio, tornando sulla questione delle elezioni e smentendo le notizie sul suo coinvolgimento nel fallimento del Gad Etna nel 1993.
Caro Michelangelo Sangiorgio
Perdona il caro confidenziale ma il leggere le tue ricostruzioni storiche su quanto da me perpetrato nel passato, ha suscitato in me tenerezza e comprensione per lo stato danimo con il quale affronti largomento.
Mi limito a dare la mia versione e, contrariamente a quanto avviene di recente, non soffrendo del complesso di lesa maest, sono sempre disponibile al dialogo, purch non si trascenda in affermazioni denigratorie e velatamente offensive. Lascio giudicare ai lettori che sono sempre pi numerosi.
Io, ed il mio amico Filippo Galat, non abbiamo mai richiesto alcun incontro con te. Il nostro primo appuntamento (sa di romantico, primavera 2008, bar Tavernetta lungomare Artale Alagona, presenti in ordine alfabetico: Carbone, Galat, Sangiorgio, Tortora) stato a noi proposto, e di buon grado accettato, dal nostro caro amico Carmelo Carbone. Non ci dato sapere se per tua o per sua iniziativa; in questultimo caso sicuramente con intento costruttivo vista la lontananza delle nostre idee. Carmelo Carbone, che mi dia o meno testimonianza di ci, resta sempre gradito ospite nella mia casa.
Andiamo agli argomenti punto per punto.
ELEZIONI COMITATO PROVINCIALE. In presenza dei suddetti signori hai affermato politicamente ti batto quando e come voglio. vero e ne ero del tutto consapevole, ma mai avrei immaginato che tu, anzitempo ti saresti premurato di mettere nel cassetto le deleghe della quasi totalit delle societ di Catania e provincia, necessarie per la presentazione delle candidatura alla presidenza. Bella mossa te ne d atto; a te bastavano 6 deleghe ma tu hai ritenuto opportuno metterti al sicuro. Alcune societ mi hanno candidamente confessato che, pur condividendo ed appoggiando la mia candidatura, si trovavano in difetto perch in maniera del tutto surrettizia avevano gi consegnato tale delega al presidente in carica (Michelangelo Sangiorgio); ribadisco bella mossa, forse poco democratica ma molto interessante dal punto di vista organizzativo. Diciamo che contrariamente a quanto da te sostenuto, non mancato il consenso, che sicuramente per testimonianza diretta era di molto superiore alle 6 societ, bens mancato il confronto leale.
ELEZIONI COMITATATO REGIONALE. Mi corre obbligo ribadire che per mie esperienze, a quella data ritenevo pi giusta per il movimento cestistico catanese la presidenza di Tuttolomondo (Palermo) con degli opportuni distinguo, che non la elezione di un candidato del comitato messinese, con il quale tu dichiaravi di avere un patto di ferro. Eri assurto a moralizzatore del basket regionale, ed in tal senso, per anni hai intrattenuto una fitta corrispondenza pubblica criticando, spesso in maniera pesante, loperato della giunta Tuttolomondo. Io ero a conoscenza dei problemi relativi alloperato di tale giunta, ma fatto nuovo, il comitato di Messina allimprovviso scioglie il sodalizio con te e, contrariamente alle tue affermazioni, propone quale candidato il buon Ciccio Venza, riconosciuto quale ottimo dirigente e persona stimata. Di mia iniziativa ho perorato un incontro tra Tuttolomondo e Venza, al solo fine, come gi ribadito, di fare perdere al primo la parte malata della sua gestione e di assicurare la presenza di un tecnico esperto e per bene quale il secondo. Caro Michelangelo Sangiorgio in sede di elezione ci hai chiamati, a me e a Galat dicendoci che era opportuno che il comitato catanese votasse compatto, quindi anche le poche societ che noi rappresentavamo dovevano uniformarsi alle tue decisioni. Dopo il nostro diniego hai dapprima consultato Venza e Gulletta chiedendo loro un certo numero di consiglieri catanesi, non ottenendo da loro ci che volevi hai raggiunto un accordo con Tuttolomondo. Non ti sei minimamente posto il problema della pulizia del movimento regionale per il quale avevi speso parole di fuoco. Il risultato sotto gli occhi di tutti; comitato in procinto di commissariamento, presidente dimissionario, e tanto per non cambiare, fango sul basket siciliano.
Veniamo allargomento che mi ha profondamente ferito ma, da galantuomo quale sono, do semplicemente la mia versione dei fatti. Nel 1993 io risiedevo a Roma. Con una mia societ di consulenza aziendale mi occupavo, fra le altre cose, di impiantistica sportiva. Fui contattato dallallora presidente della Trogylos Priolo e mio amico Carlo Lungaro; egli mi dette uno specifico incarico (verbale) per la gestione del progetto di costruzione di un palazzetto dello sport a Priolo. Con laiuto di tecnici progettisti di alto livello (studio Morelli e Papagni Roma). Portammo a compimento loperazione sia progettuale che finanziaria (3 miliardi dellepoca). Il presidente Lungaro, da noi supportato nellaspetto tecnico, fu tanto abile da definire loperazione finanziaria da noi proposta senza lintervento del Credito Sportivo. Questo lavoro oggi si chiama PALATROGILOS Ti dice niente questa parola? Altra societ siciliana: Pallacanestro Trapani; lallora presidente Vincenzo Garraffa, sullonda del successo Priolo, mi interpell al fine di risolvere il problema PALAGRANATA (palazzetto dello sport della pallacanestro Trapani). Impianto costruito con le sole forze della societ ma non pi gestibile per mancanza di fondi. Sempre coadiuvato dallo studio Morelli e Papagni, creammo una operazione finanziaria e di revisione di impianto sportivo allo scopo di rimpinguare le casse della societ, nonostante il manufatto fosse stato gi realizzato. Breve descrizione della mia attivit di allora Veniamo alle tue affermazioni che lasciano intendere una mia partecipazione attiva nellallora GAD ETNA: partecipazione che avrebbe determinato il crollo della societ. Il Gad Etna rappresentava il basket catanese (presidente Fabio Cavallaro); fui convocato dallo stesso nella doppia qualit di ex giocatore della sua societ ed in quella di esperto di impiantistica sportiva. Sono stato presente a sole due riunioni del direttivo della societ. Lobiettato era, anche in questo caso, la progettazione di un impianto sportivo. Avvenne che amici fidati mi consigliarono di allontanarmi da quella dirigenza per motivi che non sto qui a spiegare. Inoltre, di l a poco scoppi lo scandalo della societ di intermediazione finanziaria Lombardo & Molvan di cui Fabio Cavallaro era il responsabile. Questo fatto determin la fine del GAD ETNA e tutto ci che aveva rappresentato nel corso degli ultimi 30 anni.
Ti chiedo, caro Michelangelo Sangiorgio, dal momento che ho fatto nomi cognomi, date e quanto altro occorre a chiarimento delle tue affermazioni, non ritieni poco consono, per la carica che ricopri, labbandonarti a pratiche diffamatorie di basso profilo al solo scopo di dare conforto alle tue affermazioni e di creare discredito nei miei confronti? Ritieni giusto raccogliere la spazzatura che ti propinano consiglieri poco affidabili, e di questa farne notizia? Anche in considerazione del fatto che nel 1993 non potevi sapere niente in merito a ci che sostieni.
In ultimo caro Michelangelo Sangiorgio, se dopo trenta e passa anni ci si ricorda ancora di me, non ti viene il sospetto che io sia ricordato non solo per essere stato un discreto atleta, ma anche per essere sempre e comunque un uomo corretto?
Ti ringrazio per avere annunciato il premio conferitomi alla carriera, tuttavia lo ritengo non opportuno. Lo faccio anche per toglierti dallimbarazzo di dover conferire un premio alla carriera ad un atleta che oggi, nel pieno della sua maturit, avrebbe commesse tali e tante leggerezze. Io, caro Michelangelo, ho gi avuto i miei applausi nella vita, come atleta e spero anche come uomo. Se vuoi lasciare un buon ricordo sii corretto, alla distanza lonest morale ed intellettuale paga sempre. Piuttosto ci sono tanti atleti, dirigenti e addetti ai lavori che oggi sono pi meritevoli di me e, per confermarti che il mio non un gesto di superbia ti confesso che sono affetto da profonda stanchezza per quanto avvenuto e, pur sempre disponibile al dialogo costruttivo ed alle risposte, desidero solo che cali il silenzio.
Distintamente
Diomede Tortora
P.S. Ho qualcosa da dire allutente remoto:
Caro UTENTE REMOTO
Il termine remoto, dietro il quale ti nascondi, sinonimo di lontananza; nel tuo caso dalla realt. Non devo ancora spiegare, e meno che mai a te, che non cerano poltrone alle quali ambivamo. Voglio darti una immagine del tutto fantasiosa che mi sono fatto di te: Secondo me tu sei un personaggio del sottobosco del basket catanese, e ti trovi in un momento di grande difficolt nella vita perch, nonostante dichiari di essere adulto, hai da poco dismesso i pantaloncini corti e, mentre assistevi ad uno spettacolo di marionette (i pupi, come tu li chiami), sei caduto dietro le quinte. Ti vedo impegnato nel disperato tentativo di divincolarti dai fili di Orlando e della bella Angelica; tutto ci sotto gli occhi di fuoco del puparo al quale stai tentando di dire, in lingua Italiana stentorea e approssimativa, che non volevi rovinargli la scena. Prova a crescere, a saper valutare le persone, e a non nasconderti dietro uno pseudonimo che, in questo caso ti calza a pennello.
Anche a te un cordiale saluto
Vedi anche:
Carbone: Serve la collaborazione
Nunzio Spina interviene sulle polemiche
Sangiorgio sulla questione-Tortora
Diomede Tortora, il basket tra mito e leggenda