Virauto Ford Catania: nonostante una prova dorgoglio i due punti vanno appannaggio della capolista San Severo.
Virauto Ford Mazzeo 71-79
PalaArcidiacono di Catania, 30 novembre, 18:00
Virauto Ford Catania: Catotti 2, Di Masi 4, Basile ne, Degregori 18, Consoli 6, Naso 9, De Luca 6, Caltabiano ne, Rolando 6, Trevisan 20. All. Borz.
Mazzeo San Severo: De Letteriis, Salamina, Magnani 4, Cappanni 10, Di Viccaro 17, Michelon 15, Costantino 9, Bartolini, Bottiroli 24, Acunzo. All. Coen.
Arbitri: Bedin e DOrazio.
Parziali: 16-18, 17-28, 18-24, 20-9.
Seconda sconfitta consecutiva per la Virauto Ford Catania.Il quintetto rossazzurro gioca col cuore, ma non riesce nellimpresa di battere la capolista. Sia chiaro, gli etnei hanno lottato per lunghi tratti alla pari con i pugliesi che, hanno confermato di avere tutti i numeri per ambire alla promozione in A dilettanti. Linizio del match equilibrato e, soltanto nel finale, grazie ad un Michelon strepitoso, gli ospiti chiudono avanti il primo tempino. I foggiani tirano dalla distanza e riescono ad essere quasi sempre concreti. Nel secondo parziale ospiti che prendono il largo.I ragazzi di coach Pippo Borz capiscono di avere di fronte una grande squadra, soffrono ma non mollano. Bottiroli sottole plance fa la differenza, al contrario del rossazzurro Rolando, nelloccasione non allaltezza della sua fama. Allintervallo lungo San Severo in vantaggio 51-70. Nellultimo quarto, capitan Trevisan (che splendida bomba da 3 da distanza siderale) e compagni ce la mettono tutta, mettono alle corde gli avversari, recuperano una ventina di punti ma non basta. San Severo controlla, mette a segno gli ultimi punti con Costantino, Bottiroli e Di Viccaro e vince il confronto. Il quintetto di Coen si conferma leader del campionato. A fine partita, il pubblico applaude la squadra per il grande impegno profuso. Un applauso lungo e caloroso che testimonia il feeling tra la squadra e la citt. La prossima tappa della stagione Maddaloni, dove i rossazzurri cercheranno di fare bottino pieno.
Laddetto stampa Andrea Rapisarda
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