Per sua stessa ammissione, lavventura catanese di Gabriella Di Piazza iniziata tra mille difficolt. Sono due i peccati del tecnico: palermitana ed donna. Sulla rivalit con il capoluogo siciliano c poco da dire: luoghi comuni e campanilismo hanno sempre dettato legge. Il peccato di essere donna dovuto al fatto che al suo arrivo nella societ di Piero Dupplicato allenare era unesclusiva maschile. In Serie A1 e A2 eravamo in pochissime. Bisogna figurarsi che prima di me nella massima serie arrivata solo Nidia Pausich, che per ha una lunga carriera in nazionale alle spalle. Io, da giocatrice, ho fatto al massimo lA2.
GABRIELLINA. Gabriella Di Piazza, 48 anni, quando giocava a Palermo [Basket Sud]. |
Come ha raggiunto questo obiettivo, allora?
Intanto prendendo a 25 anni il tesserino di allenatore nazionale. Ero con Antonio Bocchino, attuale tecnico della nazionale under-18 maschile, e mi sentivo come il soldato Jane: ero lunica donna, si stava come al servizio militare… Poi ho fatto tutto con le mie forze. Sono sempre stata poco diplomatica e troppo schietta; forse avrei potuto essere ruffiana ed ottenere di pi, ma ho preferito farmi accettare per come sono.
Come ha iniziato ad allenare?
Mi sono ritirata a 27 anni, arrivando in A2 con la Nordmende Palermo. Intanto, insegnavo dai salesiani e ho chiesto di poter allenare le giovanili. Con quella squadra ho vinto tutti i titoli provinciali, dal minibasket agli juniores, e ho disputato due finali nazionali a livello federale. Giocavamo in un campo allaperto protetto dal cielo: in sei anni, capitava sempre che nei giorni di pioggia smettesse prima del nostro allenamento e addirittura il campo si asciugasse!
Le prime esperienze dalto livello?
Prima venni scelta come assistente alla rappresentativa siciliana femminile, poi come capo allenatore. Il mio assistente era Nino Molino, che lo scorso anno ha vinto lo scudetto a Napoli. Vittorio Tracuzzi, un grande tecnico, teneva tantissimo a me, mi voleva portare in nazionale come assistente e mi voleva mandare da Santino Coppa, allenatore del Priolo. Gli avevo anche dato la mia conferma, per probabilmente non ero pronta e la mia famiglia non era daccordo che me ne andassi da Palermo: cos non accettai la sua richiesta. Lestate successiva, mi chiam Piero Dupplicato del Basket Catania e decisi di andare: volevo fare questesperienza. Quando lo seppe, Coppa ci rimase male
Come and questa prima esperienza catanese?
Per il primo anno giocammo a Catania, poi ci trasferimmo a Priolo per avviare un progetto che si basava su giovani quali Bonfiglio, Granieri e Stancanelli. Ho un ricordo bellissimo del 1988-89. Lottavamo per la salvezza e alla quartultima giornata perdemmo a Chieti allultimo secondo. Con serenit, chiesi alla squadra di vincere le altre tre partite. Ci riuscimmo: in casa con Roma di due punti, a Gualdo Tadino di quattro e infine di tre a Senigallia. La classifica era cos corta che arrivammo quinte: per due punti non facemmo i play-off. Ci fu un abbraccio collettivo a Senigallia, avevamo conquistato un traguardo importante e per me era la prima esperienza in A2. La stessa estate, sullonda dellentusiasmo, per un colpo di fortuna vincemmo un torneo contro Priolo, Palermo e Messina, tre squadre di A1! Fu un peccato che il gruppo si perse.
Quali giocatrici allenava?
Gli anni a Catania sono stati proficui per molte giovani. Le giocatrici su cui potevo contare erano ottime. Ad esempio, Irene Stancanelli secondo me stata la pi forte che abbiamo mai avuto qui: lho presa a 13 anni, quando ancora le cadeva la palla dalle mani, e con me cresciuta tantissimo. Conservo ancora una lettera che mi ha scritto, che inizia cos: Al mio unico, caro coach. A 15 anni andata in nazionale cadette, con Barbara Veutro. Cera anche Sandra Alfier, che era una ragazza molto particolare, chiusa e con grosse difficolt relazionali. Malgrado fosse cercata da tutta Italia, scelse Catania perch si trovava bene con il gruppo e non voleva cambiare. Aveva delle grandi capacit e in un anno fece dei progressi incredibili. Priolo avrebbe voluto scambiarla con Pina Tufano, ma non ci riusc. stata sfortunata: in estate ebbe un incidente motociclistico ed mor sul colpo. Cerano anche Roberta Postiglione, Luana Squillaci e Paola Celsi. La squadra era fatta di esperienza.
Altri ricordi?
Le finali nazionali con la Filodoro nel 1990-91: giocavamo con ragazze di sedici anni, quando erano ammesse atlete fino a diciotto, e abbiamo fatto un campionato eccezionale. Alle finali, incontrammo San Giovanni Valdarno e San Raffaele Roma, che contavano su Arnetoli e Gori, ragazze che poi hanno anche giocato in nazionale, e perdemmo solo in finale contro Cesena, in cui cerano Ferrari e Tassara, gente di un certo spessore. stata una grande esperienza: pochi qui possono vantare un titolo di vicecampione nazionale a quel livello. Mi chiamarono anche da Valdarno per fare lassistente, ma rifiutai, perch passai a Priolo.
Come fu lesperienza con Santino Coppa?
Un anno mi occupai solo il settore giovanile, poi diventai anche la sua assistente. Il 1991-92 fu un anno spettacolare: arrivammo fino alla finale di Coppa Ronchetti e perdemmo contro Vicenza. Da quel giorno, non posso sentire We are the champions: dopo tanti anni, fa ancora male e ho ancora tanta rabbia per loccasione perduta. stato tremendo quando sono dovuta andare via in cerca di supplenze per rientrare a lavorare a scuola: avevo lasciato tutto per lA1 e dovevo rinunciarvi. Era il periodo post-tangentopoli: dopo tanti investimenti sullo sport ci si era bloccati. Se si potesse fare il tecnico professionista a vita In generale, nella pallacanestro femminile si arriva a prendere intorno ai 1500 euro al mese, ma per dieci mesi e senza contributi. Quando ho lasciato Priolo, ero solo lallenatrice in seconda, non potevo andare avanti. stata una scelta dura e fatta a malincuore.
SEMPRE IN PIEDI. La Di Piazza durante Rainbow-Basilia (la giocatrice in maglia bianca Marzia Ferlito), gara vinta dalle potentine [S.Pappalardo]. |
Quali giocatrici ricorda con pi ammirazione?
La prima Polina Tzekova, che quando arriv a Priolo non si credeva potesse fare molto: fu MVP dellA1 e in seguito stata anche una stella della WNBA e del campionato francese. tuttora una giocatrice fortissima, un pivot di 195 cm, entra e tiro da tre. Allinizio, era un mostro che non era cosciente delle sue possibilit. Con Santino le facemmo fare una visita dallortopedico e bench avesse un problema al menisco la tesserammo. Secondo me la migliore giocatrice dal punto di vista tecnico, a cui abbinava potenza ed eleganza. Tra le avversarie, Cynthia Cooper e Janice Lawrence sono altre grandi di quel periodo. Era uno spettacolo vederle in campo: la loro tecnica non si trova pi in Italia.
Qual la differenza tra il gioco di oggi e quello dellinizio degli anni novanta?
A livello fisico oggi molto pi atletico, ma per quanto riguarda la tecnica, la pulizia, la lettura delluno contro uno quel periodo era superiore. Facendo un paragone calcistico, confrontare una giocatrice di allora e una di oggi scegliere tra Pel e Maradona: non si possono rapportare perch gli avversari sono diversi.
Com maturato il suo ritorno a Catania?
Sono rimasta a Priolo fino al 1996. In estate, sono venuta a Catania per occuparmi delle giovanili della Costa, allenata da Rocco De Luca, a cui sono subentrata in prima squadra a dicembre. Mi ritrovai Irene Stancanelli. Per vari anni abbiamo disputato la Serie A2, stato un bel periodo. Mi dispiaciuto non poter proseguire il progetto con la Palmares, quando la squadra fu comprata dallattuale presidente. Con lui ci conoscevamo poco e nel 2001 me ne andai. Avevo improntato un progetto su Ferlito, Felice e Manganaro che oggi sono i pilastri della Rainbow.
Com tornata alla Rainbow?
Sono passata da Gravina e Priolo. Con lo Sport Club ho fatto la mia prima esperienza in campo maschile, ero la seconda di Tano Russo e in squadra avevamo Dario Sortino e Alfio Basile. Il mio ritorno a Priolo avvenuto tre anni dopo. In quel periodo, insegnavo a Caltagirone e vivevo ad Acicastello: in tutto facevo 270 km al giorno. Nel 2006 ho preso la mia attuale squadra. Oggi sono insegnante di ruolo ad Enna, sono rappresentante delle nazionali giovanili per la Sicilia e responsabile di Azzurrina. Spesso, la domenica vado a fare gli allenamenti collegiali con la rappresentativa, lultima volta a Bagheria. In squadra abbiamo 7 ragazze del 1993, 7 del 94 e tre del 95, tra cui tre della Lazr. Questi allenamenti servono pi che altro a farle conoscere.
vero che il livello delle giovani pi basso rispetto ad annate passate?
Numericamente parlando ci sono meno giocatrici rispetto a quelle nate nel triennio 1990-92, da quel gruppo cera pi da pescare. Oggi per ci sono alcuni elementi di spicco. Non si pu fare comunque un paragone tra gruppo migliore e peggiore.
Qual la situazione delle giovanili della Rainbow?
Abbiamo una grossa pecca: per tanti anni non le abbiamo curate. Per affrontare alcuni campionati, lo scorso anno abbiamo ricostruito il settore con dei rimasugli. Per il futuro, grazie a Valeria Puglisi, si sta creando un gruppo di under-15 che giocano per noi malgrado siano di Acireale. Dario Parisi ne ha formato un altro al Liceo Cutelli. Per lavorare con le giovani, bisogna spaccarsi la schiena, insegnare a tutti e far sentire tutti allo stesso livello, ma i presupposti sono buoni. Abbiamo comunque un grande vuoto e manca il ricambio generazionale per la prima squadra. Inoltre, siamo notevolmente indietro rispetto alla Lazr. Loro hanno operato in maniera capillare e senza concorrenza. In pi, i dirigenti danno una grossa mano, essendo genitori di alcune atlete. Per Catania, sarebbe meglio avere un unico serbatoio per le giovani.
GRINTOSA. Gabriella Di Piazza oggi allena la Rainbow Catania [Tuttobasket.net]. |
E la prima squadra?
Abbiamo iniziato bene, il primo girone dandata stato molto buono. Poi Irene Stancanelli rimasta incinta e la sua partenza coincisa con il periodo in cui abbiamo vinto di meno. In pi alcune ragazze determinanti hanno reso di meno, c stata qualcuna sottotono. Con la mia assenza per gravi problemi familiari, c stato un calo fisiologico: quando manca il gatto Oggi per ci siamo riprese. Abbiamo inserito le nuove Valentina Cutugno e Valeria Cappellone, che viene due volte a settimana da Ragusa solo per allenarsi. In Poule Promozione, finora abbiamo solo perso pur giocando bene. Abbiamo ritrovato Antonella Felice, che non ho convocato per una partita e al suo rientro ha segnato 30 punti. Le servita da scossa.
E le giovani aggregate alla prima squadra?
Abbiamo le 88 Costanza Saporito e Giorgia Messina e le 89 Nisia Grosso e Agnese Cunsolo: tutte stanno crescendo. Inoltre, la collaborazione con la Lazr sta portando un buon profitto.
Quanto costa un campionato?
Ogni anno bisognerebbe avere tante entrate per poter affrontare un campionato: lanno scorso la B dEccellenza ci costata 80.000 e questanno 55.000 . Sempre per quanto riguarda lo scorso anno, la regione ci ha dato appena 3.500 e provincia e comune nulla. Addirittura dobbiamo pagare gli straordinari per il campo
Cosa ci si guadagna allora?
Nulla, il presidente lo fa solo la passione. In altre societ si guadagna, perch nel settore giovanile tutte le ragazze pagano. I costi sono tutti coperti.
Perch non unire le forze?
un idea. Ma bisogna anche avere degli intenti convergenti, perch se potrebbero crearsi conflitti meglio che ognuno rimanga nella propria parrocchia.
Come vede il suo futuro?
Vorrei rimanere qui e con piccoli passi portare avanti la squadra. Per potere ottenere il massimo, necessario far parte dellambiente da tanto tempo e avere un bel progetto. Daltronde, le ragazze sono contente di stare qui e di allenarsi con me. Potranno dire che caratterialmente sono una rompicoglioni, ma sicuramente avr loro insegnato qualcosa di pallacanestro.
Roberto Quartarone e Salvatore Maugeri
(hanno collaborato Santo Pappalardo e Giuliana Quartarone)
Scheda su Basket Catanese: http://www.basketct.criluge.net/schede/dipiazza.htm
A conclusione dell’intervista, Gabriella Di Piazza ha voluto ringraziare: Cinzia Genualdo, protagonista di vari anni in A1; Irene Stancanelli, di cui orgogliosa per tutto ci che ha fatto; Rosanna Patara, per la sua professionalit. Valeria Puglisi sulla buona strada…